Angelo Contino - Il Campanile Enna

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Angelo Contino

A letteratura du Campanaru

post pubblicato il 9/02/2013, immagini dagli archivi della  famiglia Contino e  di F.Emma, e dal servizio fotografico di Sivia La Paglia.
Testo di Rocco Lombardo, impaginazione F.Emma.

in fondo alla pagina la galleria fotografica dello spettacolo "Pim l'omino dei sogni" del Gruppo Teatro Studio il Loggione.  cliccando sulle immagini dei personaggi  della sezione "il clima culturale ennenne nei primi del '900" si accede ai link delle relative biografie.





Angelo Contino
Enna 1921 - Como 1999
scrittore ennese

Quando Angelo Contino vi nacque, il 13 dicembre 1921 da Giuseppe e Grazia Barbusca, Enna si chiamava ancora Castrogiovanni, alla maniera degli arabi che a metà del IX secolo d.C. l’avevano sottratta ai bizantini. Ma da lì a poco la città, così antica da essere considerata dai mitografi culla e dimora della leggiadra Proserpina, figlia della dea Cerere, entrambe benefiche divinità protettrici di fiori e biade,  riprese l’antica denominazione per volontà dello stesso Governo che l’anno prima, era il 1926, l’aveva elevata al rango, per tutti inatteso, di capoluogo di provincia.
Il provvedimento era destinato a migliorare le disagiate sorti economiche del millenario centro urbano, divenuto sede di un importante ente territoriale, a stimolarne lo sviluppo culturale e la crescita culturale, a rinnovarne l’antico volto, segnato da torri medievali trasformate in campanili, grotte preistoriche adibite a stalle e abituri, chiese e chiesette sparse per vicoli tortuosi o prospettanti su ariose piazze, case e casupole addossate l’una all’altra  quasi a sorreggersi vicendevolmente lungo i ripidi pendìi dell’alto acrocoro scosceso. Pochi ma imponenti i palazzi signorili, nelle cui sale riccamente addobbate  aristocratici e notabili, proprietari di feudi e masserie, campi gialli di grano e di zolfare fumanti di esalazioni ammorbanti, decidevano assieme al clero numeroso e influente i destini locali, tra l’assaggio di pasticcini e rosoli domestici,  boccate di vaporosi sigari, sventolii maliziosi di ventagli e l’ascolto della romanza più in voga.


Dopo l’arrivo di quel fatidico telegramma annunciante il prestigioso ruolo assegnatole, Enna fu invasa da un folto ceto impiegatizio occupato nei nuovi uffici governativi e, per le esigenze abitative e istituzionali scaturite, si andò espandendo  nella periferia sino ad allora occupata da quei prati variopinti e campi di fave in piena fioritura che per vastità e splendore avevano stupito Goethe quando li scorse nella primavera del 1797, giungendo per precipiti sentieri dalle limitrofe colline nissene ammantate di spighe verdeggianti.
Ben presto sorsero fitti caseggiati; le scuole aumentarono di numero e di grado; le ombrose “selve” dei francescani lasciarono il posto a strade ampie e crocicchi squadrati; gli antichi luoghi d’incontro, come il pur grandioso trecentesco duomo e l’incantevole teatro ottocentesco, stentarono a contenere fedeli e pubblico, specialmente nelle grandi occasioni, feste religiose e veglioni danzanti, che diventavano sempre più frequenti e più affollati.


Il clima culturale ennese  nei primi decenni del '900


In questo clima di rinnovato fervore, edilizio ma soprattutto culturale, che ultimamente era stato faticosamente mantenuto dalla settecentesca Accademia Pergusea, dalla Chiesa Madre e dall’Amministrazione  Municipale, Angelo Contino crebbe sereno nutrendosi fiducioso delle speranze e dei sogni tipici di ogni giovane. E intanto sapeva con accortezza dotarsi d’un solido bagaglio culturale che gli permetteva di inserirsi agevolmente nella cerchia degli intellettuali locali. Che non erano tanti, ma erano diventati personaggi ben noti in ambito nazionale, sia nel campo delle lettere sia in quello delle arti. Il prosatore  Nino Savarese, il  pittore Paolo Vetri, il musicista Francesco Paolo Neglia, il sociologo Napoleone Colajanni erano i più notevoli, tutti  purtroppo protagonisti di una diaspora che solo per Savarese avrebbe previsto un tardivo ritorno. Sulla scia di queste illustri figure cominciavano ad affermarsi, tra pochi altri, i nomi degli scrittori Franco Cannarozzo, che assunse lo pseudonimo di Enna, e di Umberto Domina. A loro Contino si legò d’una amicizia che durò anche dopo che lasciarono, per motivi o di lavoro o di famiglia, la città che li vide andare spensierati per i suoi vicoli antichi.

Angelo Contino: note bio-bibliografiche

Come era accaduto a Franco e ad Umberto, “emigrati” l’uno in Svizzera e l’altro a Milano, anche il nostro Angelo lasciò la sua Enna, protettiva, ospitale, amorevole sì ma “stretta” per un tipo come lui, dedito al suo lavoro che svolgeva con tanta passione presso l’Ente del Turismo, dirigendolo con tanto entusiasmo sia per ulteriore ambita ascesa in carriera sia per le stimolanti conoscenze in cui veniva coinvolto e le fervorose iniziative che intraprendeva, fra cui alla fine degli anni ’40 l’intrepido riavvio delle esaltanti stagioni liriche estive al Castello di Lombardia, destinato a essere conosciuto come “ il teatro più vicino alle stelle”.


Umberto Domina

Un campo, quello del turismo,  molto congeniale alla sua preparazione culturale, alla sua sensibilità artistica  e ai suoi progetti di vita. Appena ventenne si era sposato a Catania con Lucia Cappuccio, che venne a stabilirsi a Enna col marito, che vi lavorava e intratteneva rapporti con i tanti amici e i pochi parenti, tra cui i genitori e l’amata sorella Maddalena. Ma, pochi anni dopo che la famigliola era stata allietata dalla nascita di Maria Grazia, Angelo nel 1951 si trasferì ad Agrigento, dove visse la entusiasmante stagione di risveglio postbellico dell’ancor oggi viva manifestazione della “Sagra del Mandorlo in fiore”. E intanto che la famiglia si rallegrava dell’arrivo della secondogenita Laura, la carriera registrava notevoli progressi, cadenzati dai trasferimenti in Toscana, a Pistoia; in Umbria, a Perugia; in Lombardia, dove divise i suoi impegni, anche universitari, tra Milano e Como. Nel  frattempo pure  la sua vena artistica seguiva un percorso fortunato, per il successo che i suoi lavori teatrali riscuotevano e per le prestigiose collaborazioni che otteneva. Nel campo professionale offre il notevole apporto della sua solida preparazione: nel 1958 pubblica Il turismo in provincia di Perugia; nel 1978, e di nuovo nel 1982, l’opera Castelli in Lombardia, con un apparato di fotografie di Enzo Pifferi e  un contributo di Carlo Perogalli; nel 1983 Milano è Milano; nel 1987 Berlino parla Berlino, dotato di un intervento di Pia Bassi. A questi lavori così legati all’attività lavorativa ne affianca altri  mirati a soddisfare la sua fervida fantasia e le esigenze creative che da sempre l’accompagnavano.
E’ del 1963, difatti, Pim l’omino che vendeva sogni, una favola in  atto, come lui stesso la definì, composta per la RAI e pubblicata dall’editore milanese Gastaldi. Musicata dal M.° Marino Cremesini (1890-1973) fu rappresentata a Lucca, al Teatro del Giglio, l’11 settembre dello stesso anno, vivacizzata da balletto e mimi, con la direzione orchestrale del M.° Giuseppe Morelli, che all’epoca dirigeva opere liriche interpretate dai più celebri soprani e tenori del momento. Continuando la  collaborazione con Cremesini approntò Ancora pochi minuti, un atto unico con balletto, mimi, voci recitanti e melodie, ispirato ad un’antica leggenda nordica, datato 1963 e conservato manoscritto al Conservatorio di Rovigo. Sempre per i tipi della Gastaldi, nel 1964 pubblicò Niente dura sotto il sole, una commedia in tre atti, cui fece seguito nello stesso anno per la stessa casa editrice La Gatta al sole, una commedia in  tre atti e, per le edizioni fiorentine Gauguin, Il Caleidoscopio di un  soldato, un testo monografico illustrato da Pietro Luni. Gli ultimi lavori, a quel che ci consta, che Angelo Contino produsse furono degli atti unici: Buon Natale…Signor Giò e Ecclesiaste II. Lavori che oggi sono tutti introvabili, se non, ovviamente, presso le figlie Maria Grazia e Laura, gentili fornitrici di notizie biografiche e ritratti fotografici, e presso il nipote, Giovanni Angelo Cestino, che da provetto musicologo sta approfondendo la produzione teatrale e letteraria del nonno. In Spagna possono rintracciarsene alcuni, come si rileva dal sito internet relativo a Libros El Trovador (Talavera de la Reina-Toledo) (www.libroseltrovador.com), mentre di Pim, l’omino che vendeva sogni a Enna è circolata una copia dattiloscritta almeno dagli inizi degli Anni ‘70, quando la favola fu messa in scena con successo al locale Teatro Comunale Garibaldi dalla Compagnia “Il Ridotto” guidata da Bruno Grimaldi, poi, e tuttora, brillante avvocato del Foro cittadino.

E’ sulla scorta di questo “cimelio” che, in collaborazione con “gli Ideales” guidati da Paolo Andolina,  il Gruppo Teatro Studio “Il Loggione”, presieduto da Rosaria Verdino e affidato alla regia di Salvatore Spedale, ha presentato, con gradevoli appropriati innesti drammaturgici e adeguati sottofondi musicali di Maestri contemporanei, la favola di Angelo Contino, divenuta per l’occasione Pim, l’omino dei sogni-Una fiaba per tutte le età. Il successo è stato travolgente, a leggere gli articoli di Angioletta Giuffrè sul quotidiano la Sicilia e di Salvatore Presti sul sito www.vivienna.it. Entrambi i giornalisti nel ricordare gli interventi introduttivi di Bruno Grimaldi e di  chi scrive volti a lumeggiare la figura e l’opera di Angelo Contino, si sono soffermati sul poetico messaggio dell’autore e sulla bravura recitativa degli attori Lina La Porta, Franco La Paglia, Lecizio Pastorelli, Giusi Severino, Paolo Andolina e del dodicenne Lorenzo Prestipino,  “interprete delizioso nelle vesti di un credibile Pim”, come abbiamo letto sulla stampa locale. Tutti accolti dal numeroso pubblico con calorosi applausi, estesi al regista, alle numerose comparse e agli addetti ai lavori dietro le quinte, immortalati dalle artistiche foto di Silvia La Paglia a ricordo di una serata che ha intrattenuto piacevolmente gli spettatori, stupiti di “riscoprire”  e apprezzare il concittadino Angelo Contino. Scomparso nel 1999 lontano dalla sua città, vi è idealmente tornato, grazie all’iniziativa di gente appassionata di teatro, la sera del 19 dicembre 2012 nelle vesti del suo personaggio più delicato, quel giovane Pim che dispensa con garbo e realizza con fantasia i sogni che ognuno di noi tenacemente coltiva, pur sapendoli irrealizzabili. Ma Pim con la magia poetica tipica delle creature buone e generose li sa tradurre in realtà, trasferendoli in un mondo di pace e solidarietà, convinto nel suo agire ingenuamente ottimistico e convincente col suo sorriso spontaneo, fiducioso e bonario. Lo stesso che illuminava, come hanno ricordato alcuni che ebbero la ventura di conoscerlo, il volto di Angelo Contino, uno dei tanti figli di Enna che hanno illustrato il luogo natio nei luoghi dove sono vissuti, mantenendo con esso un legame che si rafforzava giorno dopo giorno, manifestato ora con un carezzevole senso di nostalgia ora con una  amara punta di rimpianto. E per incanto riannodato una fredda sera di dicembre da giovani artisti che credono negli stessi valori proposti in modo amabilmente didascalico da Angelo Contino, che grazie a loro è tornato ancora una volta, e si spera non ultima, nei luoghi della sua silenziosa Castrogiovanni, ora modernamente frenetica Enna, con un volo immaginario ma molto simile a quello di  un usignolo girovago che dopo le fatiche di un lungo svolazzare ritorna al suo antico nido rimasto pronto ad accoglierlo nel suo grembo con rinverdito affetto e rinvigorita amorevolezza.


© Rocco Lombardo


Il 19 dicembre 2012 riproposto al Teatro Garibaldi
dal Gruppo Teatro Studio "IL Loggione"
"Pim l'omino dei sogni"
opera tetrale di Angelo Contino

Angelo Contino
in una caricatura
degli anni '50
di Giuseppe Gennaro
(da Gli Allora)

Dalla Recensione di Salvatore Presti su vivienna.it

Al ‘Garibaldi’ di Enna è stata messa in scena nei giorni scorsi l’opera teatrale “Pim, l’omino dei sogni”, una delicata favola natalizia per ragazzi, ma anche per adulti, scritta da Angelo Contino, autore ennese a noi fino ad oggi poco noto, stabilitosi sul finire degli anni ’50 del novecento nell'Italia settentrionale, dove continuò a scrivere per il teatro. E’ stata rappresentata dal Gruppo Teatro Studio “Il Loggione”, nell’occasione coadiuvato da “Gli Ideales”  di Paolo Andolina, per la regia di Totò Spedale, deliziosamente interpretata dal dodicenne Lorenzo Prestipino,  nelle vesti di un credibile Pim. Gli altri applauditi interpreti sono stati: Lina La Porta, Franco La Paglia, Lecizio Pastorelli, Giusy Severino e Paolo Andolina, tutti perfettamente calati nelle loro parti. Deliziosi i gruppi di adulti e  bambini che rappresentavano i ragazzi di strada e le bambole. Suggestiva la scenografia, il trucco e i costumi. Si deve all’iniziativa di Totò Spedale, che da regista segue gli attori de “Il Loggione”, presieduto da Rosaria Verdino, la riscoperta di un concittadino che ha dato lustro alla sua città natale, come hanno dimostrato le ricerche fatte da Rocco Lombardo. Lo stesso, coinvolto dal regista nell’operazione di recupero di un autore tanto fecondo quanto poco noto, è arrivato a rintracciare alcuni suoi familiari, da decenni lontani da Enna: la vedova Lucia Cappuccio, le figlie, Maria Grazia e Laura, il nipote musicologo Giovanni Angelo, residenti al Nord, e la nipote Antonella Anastasio, rimasta in Sicilia, tutti prodighi di notizie e molto lieti di questo rinnovato e meritato interesse per il loro congiunto. Angelo Contino, che è stato grande amico di Umberto Domina e di Franco Enna, ha scritto molto per il teatro (atti unici, commedie, favole drammatiche…) e per le produzioni Rai.

La sua fiaba  Pim fu  rappresentata la prima volta nel 1963 a Lucca al Teatro del Giglio con le musiche di Marino Cremesini dirette dal M.° Giuseppe Morelli, celebri artisti del tempo. Fu riproposta nel 1971 ad Enna, sempre al ‘Garibaldi’, dalla compagnia “Il Ridotto”, diretta da Bruno Grimaldi, che tiene a ricordare di aver avuto il testo consegnato dallo stesso autore. Il Contino, direttore tra gli anni ’40 e ’50 dell’Ente Provinciale per il Turismo ennese, in seguito assegnato all’Ept di Agrigento, dove diede nuovo slancio alla sagra del “Mandorlo in Fiore”, poi trasferito a Perugia e a Pistoia, concluse la sua carriera a Como, dove morì nel 1999. Era molto legato a Monsignor Di Vincenzo e a Santo Contino, celebre fotografo, suoi stretti parenti. Egli aveva una mente ideativa, una carica realizzatrice ed un animo sognatore, che riusciva a trasferire nella sua produzione di lavori teatrali e in quelli di carattere turistico-divulgativo, legati alla sua professione, quest’ultimi pubblicati da note case editrici settentrionali. Il recente  allestimento di Pim al ‘Garibaldi’ di Enna è stato introdotto da Rocco Lombardo e Bruno Grimaldi: il primo ha delineato il profilo biografico e artistico dell’autore scaturito dalle ricerche e dai colloqui coi congiunti, il secondo si è soffermato sulla rievocazione delle varie messe in scena della favola, raccontando aneddoti e curiosità.

A fine rappresentazione il numeroso pubblico ha tributato calorosi applausi al regista e a tutti gli interpreti che sono stati immortalati, durante lo spettacolo, dagli scatti fotografici della brava Silvia La Paglia.
Salvatore Presti          

  

Rosaria Verdino

Salvatore Spedale

     Rocco Lombardo e Bruno Grimaldi

Galleria delle immagini dello spettacolo del 19/12/2012
(
Foto Silvia La Paglia)

per vedere le immagini cliccare sulle immagini sottostanti

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