I Castra demaniali nel 1400 - Il Campanile Enna

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I Castra demaniali nel 1400

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I Castra demaniali.
 
Il 1400 Siciliano attraverso i Castelli d'entroterra e costieri
di Giuseppe Mistretta
A partire dall'anno Domine 1400 la costruzione di Castrum regi, vescovili e baronali che per oltre due secoli non aveva praticamente conosciuto sosta, registra un forte rallentamento se non addirittura una sosta.
In questo periodo storico i territori interni dell'isola, precedentemente martoriati da sanguinose guerre civili e baronali, godono di periodi relativamente lunghi di tregua.
Diversamente i territori costieri risultano gravemente minacciati dai continui attacchi dei terribili corsari barbareschi.
Questa grave emergenza, modifica di fatto lo status militare forgiato nel tempo da leggi, numeri e maniere normanno-sveve.
Castello Ursino - Catania
La -Forza Militare di cui dispone la Sicilia con la rete dei suoi Castelli Regi, viene per tal ragione redistribuita.
 
Il principio di massima, pretenderà che ogni Castrum demaniale del centro, invii serventes ai Regi presidi costieri.
 
Maurici e Bers sulle tracce dei Castrum Demaniali della Sicilia del XIII e XIV secolo, trovano documenti redatti in tempi Angioini e Aragonesi, grazie alle loro trascrizioni, possiamo oggi prendere atto dei cambiamenti avvenuti nel corso dei secoli.
Castello di Augusta
Nel 1272-1273 le coste siciliane sono sorvegliate e difese da appena 349 uomini d’arme, ventisei castellani, tredici contergii, cinque vicecastellani e 295 sergenti per trentasette castelli regi operativi. Si escludono da questo totale i Castrum demaniali con uso non militare.
 
La media riporta un po’ meno di dieci uomini per castrum.
 
Nel 1409, il registro barcellonese del Maestro Racional, enumera cinquantatré castelli regi demaniali con utilizzo e scopo espressamente militare. In essi vi sono 659 uomini. Cinquantatré castellani, otto vicecastellani, tre portieri e 595 sergenti.
Castello di Maniace - Siracusa
Torre di Vendicari
Nel 1413, dopo la breve guerra civile tra il partito della regina Bianca e quello dell’ammiraglio Bernàt Cabrera, gli amministratori castigliani fanno compilare un nuovo aggiornato elenco.
 
In questo saranno annotati 22 castelli militari con 279 uomini di cui 22 castellani, 5 vicecastellani, 2 portieri, un bombardiere, un cappellano e 248 sergenti.
 
( la media a distanza di un decennio circa, rileva più di dodici uomini per castello).
 
Questa situazione si prolungherà sino i primi anni del regno di Alfonso V re della Corona d'Aragona, casato dei Trastámara.
Isola di Capo Passero
Nel 1433, un elenco annovera ventotto castelli ad uso militare in Sicilia nonché 357 uomini suddivisi in 28 castellani, 5 vicecastellani, 2 portieri, un cappellano, un carpentiere e 320 sergenti.
I castelli e le torri eretti ai margini dei mari non sono tutti uguali, il ragionamento non mira alla questione ampiezze e architetture... tutt'altro.
Alcuni Castrum e Donjon della costa siciliana più di altri, marcano la prima linea di difesa.
Per questa ragione, alcuni castrum rispetto ad altri aventi mansioni di avvistamento, comunicazione, magazzini, locali adibiti ai soldati, saranno dotati di un numero maggiore di soldati.
Castello della Colombaia - Trapani
Ne avrà 20 il presidio di Trapani, 24 Catania, 25 il Castrum di Termini, Milazzo pesantemente in balia di attacchi corsari ne avrà 29 (unico Castrum siciliano che per tutto il 400 sarà interessato da lavori per la costruzione di cinta murarie e rinforzi alle torri).
In questo stesso periodo ne conterà 31 il Castello di Cefalù e ben 52 il Castellammare di Malta.
Le isole sono punti strategici e avamposti militari sempre in guerra. In questi Castrum giungono i soldati più valorosi e abili nell'arte della guerra. Poche decine di uomini devono resistere a massicci attacchi navali.
L'isola di Pantelleria con le sue Torri controlla l’accesso alla Berberia occidentale.
Malta sorveglia i mari libici e viene a più riprese assaltata dalla flotta saracena.
Nel 1408 le guarnigioni maltesi nella formazione rafforzata contano trentatré uomini, pressappoco identico il numero di quelle stanziate a Pantelleria.
Diverranno non meno di quarantacinque nell'a Domine 1444.
Sono centocinquanta i sergenti francesi a Malta nell'a.D 1273,  ne conteremo cinquanta  nel 1437, dei quali 30 sono maltesi, in compenso in Sicilia in questo periodo storico, non v'è alcun Castrum regio sprovvisto di qualche alta carica Castigliana.
Castello di Falconara
Castello di Milazzo
Nell'a. Domini 1437 troviamo un elenco di quattordici castelli isolani, 134 uomini d’arme (un po’ meno di 10 per fortezza), 13 castellani, 4 vicecastellani, 2 cappellani, un bombardiere (sempre a Catania) e 114 sergenti.
Un elenco risalente all'a. D 1470, annovera 332 castellani, 7 vicecastellani, un custode, 5 cappellani, 6 portieri, un carpentiere, un bombardiere e 250 sergenti. (La media è ridotta a nove soldati per fortezza). I tratti storici salienti del 1400 siciliano, -secolo di transito nei primi decenni quanto importantissimo verso la  fine, non si delineano certo nelle sole vicende legate all'avvicendamento dei sovrani o sugli attacchi dei corsari, piuttosto  nella considerazione della massiccia "infiltrazione" di potenti uomini Catalani  lungo tutta l'isola.
Giovan Battista De Lizaranzu, governatore del Castello di Milazzo
tra il 1496 e il 1508
Maurici e Bersc a tal proposito rilevano profonde differenze gestionali in merito ai Castelli Demaniali.
Il metodo di Federico II prima e di Federico III d'Aragona dopo pone in essere regole più tardi non previste con re Alfonso il Magnanimo.
Entrambi i Federico, sia lo svevo che l'aragonese, considerano i Castrum Demaniali centro del potere. Il loro affidamento è oculato e verificato nel tempo. È lo svevo che crea una figura inesistente prima, il -provisor- ,
una sorta di responsabile del Castello/lli, con il compito di vigilare il Castellano (l'affidatario e gestore degli uomini e delle risorse).
I castelli reggono le leggi dei borghi limitrofi assoggettandoli alla legge del re. Per tal ragione, il governo dei Castrum e dei soldati presenti in essi, sarà affidato ai fidati della corona.
Con l'imperatore Svevo, tutti i castelli eretti nel tempo dai bizantini e soprattutto dai normanni Ruggero I e II, praticamente quasi tutto ciò che consideriamo lo zoccolo duro dei Catrum medievali di Sicilia - (considerato che i presidi Arabi furono RI-utilizzati in quasi tutte le occasioni), divengono proprietà Demaniale.
Castello di Milazzo
È lo svevo Federico che indaga sulle nobili famiglie locali, è sempre lui, che assegna alle più fidate il compito di scegliere il castellano dei Comuni, il cavalier sergente, nonché il capo dei serventes. È una struttura rigida questa medievale del 200, piramidale nata per reggere e controllare le responsabilità di ogni singola figura preposta al comando.
Con il re Federico III il patrimonio dei castrum siciliani eredita quello precedente e si arricchisce ulteriormente con nuovi edifici militari più sofisticati e curati nelle architetture.
Le guerre dei vespri e le imprevedibili strategie politiche dei baroni siciliani, costringono Federico d'Aragona a "metter mano" sulla ben sperimentata -struttura castrale-.
I suoi rinnovamenti riguarderanno in primis il cambiamento e/o sostituzione dei castellani che ora devono servire la causa aragonese.
[...] Il castellano Tristan de Ortal recluta nell'nell' anno Domine 1429 un compagnone per far la guardia notturna ed il muratore al Palazzo di Palermo.
Oltre al salario mensile di 18 tarì, mastro Nicola de Ruzolono percepirà un quartuccio di vino rosso o bianco al giorno (312 litri l’anno), un rotolo di 800 g di carne alla settimana, tre tummini di fromento ed un formaggio al mese.
Il vitto e l'abbondanza del cibo compensava la relativa debolezza del salario inoltre permetteva ai castellani di alimentare tranquillamente la loro famiglia. Rari sono i lussi, gli ambienti dei castelli sono quasi totalmente privi di arredi e quelli presenti sono rimediati dallo stesso castellano. I rari lussi, si percepiscono in alcuni ritrovamenti come quello della «tina di bagnurinvenuta a Castellammare di Palermo[...]
Castello di Santa Lucia del Mela
Castello di Scaletta Zanclea - Messina
Come era già accaduto prima con lo svevo, anche durante il regno di Federico.d'Aragona nei castrum demaniali siciliani circolano e stazionano uomini di fiducia di origine straniera, preposti al comando oppure al controllo appositamente dal sovrano, questa volta però non saranno semplici miles lombardi ma generalmente nobili cavalieri della Catalogna.
Con Federico d'Aragona non pochi Castrum demaniali divengono feudali ed altri invece nati feudali, requisiti dalla corona per varie ragioni, entreranno a far parte dal Regio demanio.
Rimane intatta evidente la regola sveva, nell'architettura dei nuovi castelli e delle nuove torri, è il caso delle gemelle -Colombaia- e -di Federico- rispettivamente di Trapani e di Enna, le quali pur costruite tra il 1305/1307, mantengono chiari riferimenti cistercensi e simbologie templari.
Durante il periodo svevo non si potranno fabbricare nuovi Castrum, palazzi e torri, né tantomeno si potranno riparare i rottami di vecchi edifici esistenti con l'intento di farli privati, senza aver prima richiesto e ottenuto regolare privilegio- licenza dall'imperatore, re o regio sostituto.
La cultura Aragonese portata dal re sposo di Eleonora d'Angiò, negli anni di regno e numero di discendenti avvicendatisi, lascerà in Sicilia una traccia molto più profonda rispetto a quella Sveva-lombarda, della quale proseguirà comunque il meglio ossia l'architettura che, nel 200 era summa di ingegneria e filosofia religiosa simbolica.
A metà 1400 in tutte le città demaniali siciliane circolano uomini e donne che portano cognomi di origine Angioina e soprattutto Catalana.
Ancora più curioso è rilevare il numero importante di titolati e persino miles Catalani, che ricevono privilegi e cariche regie governative per gestire o abitare borghi e Castrum Feudali confiscati ai traditori della corona.
Castello di Salemi
Bibliografia-
 
-I Castelli Demaniali della Sicilia Demaniali del XIII e XIV secolo di Henri Bresc e Ferdinando Maurici.
 
-Memorie Famiglie Nobili delle Province Meridionali, raccolte dal Conte Berardo Gonzaga vol I e 2.
 
Letture Curiose e Divagazioni Storiche Rubrica Culturale di Giuseppe Mistretta

Post inserito il 26 febbraio 2023
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