Le chiese perdute - Il Campanile Enna

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Le chiese perdute

I luoghi della memoria > Le Chiese di Enna

Le Cento chiese perdute


"Il Campanile" propone in questa pagina la ricostruzione dei siti delle chiese esistenti al 1877 oggi scomparse. Grazie al lavoro di ricerca effettuato da Marco Giannotti ed Alessandro La Vigna, possiamo intrapprendere un percorso alla ricerca delle chiese perdute, che ci riserverà non poche sorprese, . Nei due articoli collegati a queta pagina, Cento chiese per una città e Una Città contro cento chiese abbiamo esposto le cause che hanno portato alla perdita di questo patrimonio, in questo articolo scopriremo dov'era San Matteo, Sant'Eligio, San Giovannello, e le molte altre chiese oggi scomparse....

Da una disanima della pianta topografica della nostra città balza subito in evidenza il fatto che un rilevante numero di vie e viuzze, di piazze e di piazzette prendono la denominazione da chiese e chiesette, le quali ultime, se in gran parte oggi scomparse, erano un tempo disseminate per tutta la città  e non poche nel contado. Lo storico ennese P. Giovanni Cappuccino di tali chiese e chiesette ne annovera fino a 133, di cui 52  dedicate alla Madonna sotto titoli diversi.

Padre Giovanni, che completò il suo libro "Istoria di castrogiovanni" nel 1752, ci dice verosimilmente un dato reale o molto vicino alla realtà considerando che già a metà del secolo precedente Enna si presentava come una città di chiese e conventi, con una densità altissima di luoghi sacri, quasi uno ogni cento abitanti. La "relazione ad limina" del vescovo Marco Antonio Gussio del 1655 consente di conoscere nei dettagli tutto l'ingente patrimonio ecclesiastico cittadino: oltre alla chiesa Matrice ed alle nove chiese parrocchiali, vi sono ventitrè chiese localizzate all'interno della città e altre ventuno chiese fuori dell'abitato, comunque nei primissimi dintorni.

Le 23 chiese urbane sono dedicate a S.Maria di Nissoria, alla S.Concezione, a S.Venera, a S.Matteo, a S.Antonio di Piazza, a S.Lucia, a S.Petronilla, a S.Cristoforo, a S.Rocco, a S.Alvo, a S.Angelo Custode, ai SS.Cosma e Damiano, a S.Alberto, a S. Giovanni, a S.Maria Nuova, a S.Margherita, ai santi Pietro e Paolo, a S.Maria di Porto Salvo, a S.Filippo del Monte, a S.Dominica e S.Nicola.

Vi sono poi le chiese conventuali dei sei monasteri femminili e dei nove cenobi maschili; in tutto quasi settanta chiese, senza tenere conto delle semplici cappelle e degli oratori delle confraternite laicali e degli enti assistenziali, disseminati un po' ovunque in città. La vita della città si svolge sempre più nei conventi, nelle parrocchie, nelle chiese, nelle confraternite, nei ricoveri per le donne e gli orfani, negli ospedali affidati ai monaci, nell'enorme numero di congregazioni che governano il mondo laico in ogni più minuta attività. Lo stesso consiglio municipale, per discutere gli affari cittadini, si riunisce presso la chiesa di S.Giovanni, grazie anche alla sua posizione di centralità rispetto all'organismo urbano.

Numerosa, di conseguenza, la presenza attiva del clero, che raggiunge quasi le quattrocento unità, suddivisi tra secolari e regolari: 170, i primi, di cui 80 sacerdoti e 90 tra diaconi, suddiaconi e chierici minori; 228, i secondi, di cui 69 monaci regolari e 159 tra monache, novizie, educande e servitrici. Considerando che la popolazione è di 10.480 abitanti, il rapporto che si instaura tra clero e società civile è di un religioso ogni ventisei abitanti; rapporto che scende a uno a venti se si tiene conto della sola popolazione in età eucaristica (sono 8.000 i fedeli "qui pane eucaristico cibantur" e quindi idonei alla vita sacramentale). (cfr. Carmelo Severino, Enna la città al centro)


Le Cento chiese perdute


post inserito il 16 ottobre 2013, autori della ricerca e dei testi redazionali: Alessandro La Vigna, Marco Giannotti, Federico Emma, foto degli autori e di Paolo Mingrino.
 - documentazione Mappa catastale 1877 "Archivio di Stato" di Enna (autorizzazione alla pubblicazione  ptr.n.342 cl.28.34.01.10/8 del 13/03/2014)
© in caso di utilizzo delle informazioni di questo post si prega di citare la fonte: www.ilcampanileenna.it.


Chiesa di San Matteo




 
 

Dati catastali al 1877:
Strada Piazza Pulici - SOSTITUITA LETTERA E DAL N° DI MAPPA 3183 VEDI IN FINE  E   
Proprietà: Congregazione di Carità amministrata da Ajala Leto Sebastiano.

La Chiesa di san Matteo già nel 1877 non risulta più accatastata come Chiesa, ma di proprietà della Congregazione di Carità, successivamente fu venduta a privati.

Attualmente sul sito della Chiesa risulta edificata un edificio di tre piani adibito ad abitazione, l'edificio presenta un piano interrato probabilmente coincidente con la cripta della originaria Chiesa.

Il sito della chiesa corrisponde all'edificio al n. 27 di via Mercato,
angolo
via San Matteo.


Da questa grada intravedono i bassi della casa
corrispondenti alla cripta della chiesa


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Chiesa di San Eligio
detta di S.Alù




 
 

Dati catastali al 1877:
Strada del Popolo (oggi via Vittorio Emanuele) -  dati catastali R - 5924
Chiesa di Sant' Alù in Castrogiovanni
(all'epoca ancora chiesa)

La Chiesa di Sant'Eligio, detta popolarmente (ma anche nella mappa catastale) di Sant'Alù, nel 1877 è accatastata ancora come Chiesa.

Attualmente sul sito della Chiesa risulta edificata un edificio composto da un piano terra ed un primo piano corrispondente al Bar dell'Arte.
La traversa prossima all'edificio ha ancora la denominazione di via Sant'Eligio.

La chiesa di sant'Alù, come si evince dalla mappa catastale, nel 1877 rappresentava l'estremo avamposto di quel lato della città dislocata lungo l'attuale via Vittorio Emanuele (allora via del Popolo). Oltre si estendeva un campo attraversato da un viottolo che giungeva fino al Convento dei Cappucini (lettera A) e quindi al cimitero, che fu costituito proprio in quel periodo, ed alla Vè Nova.

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Chiesa di San Giovannello




 
 

Dati catastali al 1877:
Strada Via San Giovannello (presso salita Fontana Grande) -  dati catastali V - 5928
Chiesa di San Giovannello in Castrogiovanni
(all'epoca ancora chiesa)


La chiesa di san Giovannello corrisponde alla abitazione privata di via San Giovannello n. 5. Le mura esterne della casa sono le mura originali della chiesa. Sul terrazzino c'è ancora l'alloggiamento per la campana, oggi murato con una finestra.

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Chiesa di Sant' Agata




 
 

La chiesa era edificata in via Sant'Agata, in corrispondenza del palazzo "Grillo"

Nella mappa catastale del 1876 (archivio G. Cantaro) l'edificio risulta accatastato ancora come chiesa.
Nella mappa del 1877, la Chiesa di sant'Agata risulta: "chiesa diroccata sotto il titolo di Sant'Agata" ed infatti i riferimenti catastali già sono stati modificati:
"Strada S.ta Agata - ANNULLATA LA LETTERA C'' E SOSTITUITA DAL N° : VEDI IN FINO 5907".
< a sn la mappa del 1876
sotto la mappa del 1877  in cui l'edificio non è più segnato come chiesa.  





                                              


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Chiesa di Santa Maria in Portosalvo
(detta anche di San Calogero)


Sito: strada Panoramica Provinciale Lombardia,  già Strada di Porto Salvo.
Dati catastali mappa 1877: H' - 5939, denominazione : Chiesa di Porto Salvo in Castrogiovanni.

La Chiesa di Santa Maria in Portosalvo conosciuta anche come Chiesa di San Calogero, era originariamente una torre quattrocentesca a guardia della Porta di Porto Salvo. La chiesa è stata aperta al culto fino agli anni '50, dopodicchè abbandonata al degrado, a causa di infiltrazioni d'acqua dal tetto ha subito un grave deterioramento strutturale con sgranamento della struttura muraria e perdita pressocchè totale degli intonaci interni e dei pregevoli stucchi che ricoprivano le pareti ed anche il tetto.
Una decina di anni fa, è stato effettuato un parziale intervento di tutela della struttura con il posizionamento di una copertura sul tetto e di catene per legare le mura che ne ha evitato momentaneamente il crollo definitivo.   


Adiacente alla Chiesa di santa Maria in Portosalvo fino alla metà del XX secolo si poteva osservare la Porta di Porto Salvo, costruzione di forma ogivale, munita di merli, in pietra. Tale porta civica, pur se ben conservata, fu abbattuta per allargare la strada panoramica di Lombardia. Risalente al 1400, era una delle tre porte più antiche della città, assieme a Porta Palermo e Porta Pisciotto. Si giungeva ad essa da una delle due biforcazioni provenienti dalla strada regia di Messina, mentre l'altra portava a Porta Pisciotto.
A Porto Salvo vi era la dogana cittadina.

 nel disegno sono riprodotte la chiesa e la Porta di Portosalvo >>


la Porta di Portosalvo

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(l'antica)
Chiesa di San Giuseppe



Nel catasto al 1877 la Chiesa di San Giuseppe risulta:
Strada San Giuseppe - 5949
Chiesa sotto il titolo di San Giuseppe
aperta al culto con sacristia che trovasi col N. 5539
Proprietario: Confraternita di San Giuseppe in Castrogiovanni

La chiesa conosciuta oggi come Chiesa di San Giuseppe (o santuario di san Giuseppe), originariamente era la Chiesa di san Benedetto, in quanto facente parte del  complesso del Monastero delle Benedettine. La chiesa, insieme al Monastero,  con le leggi dette "eversive" del 1866 venne espropiata all'ordine benedettino e consegnata alla amministrazione militare. Nella mappa catatastale del 1877 risulta ancora aperta al culto e di proprietà dell' 'Amministrazione del Fondo pel Culto in Castrogiovanni'. Successivamente  completamente spogliata dei suoi arredi e dei suoi ornamenti fu ridotta a deposito militare. Solo nel 1926 fu riaperta al culto sotto il titolo di San Giuseppe grazie all'opera dei Procuratori della antica chiesa di San Giuseppe.

L'antica e originaria Chiesa di san Giuseppe, di proprietà della Confraternita, era stata infatti demolita qualche anno prima, ne fu risparmiata solo la sacrestia che ospita attualmente la 'Cartolibreria Napoli'.
La chiesa corrispondeva all'edificio che oggi ospita il negozio di tessuti del Signor Cantone, quindi da via San Giuseppe fino a Piazza Coppola.
Nella foto a lato, segnato in rosso, l'edificio sorto al posto della antica chiesa di San Giuseppe. Nel 1877 sulla attuale Piazza Coppola, allora denominata Piazza San benedetto, si affacciavano quindi tre chiese: quellla di San Benedetto, San Giuseppe e la chiesa Parrocchiale San Giovanni.

La sacrestia della antica
Chiesa di San Giuseppe

Nella foto a lato, l'edificio che occupa il posto della antica chiesa di San Giuseppe. Negli interrati della chiesa, oltre le cripte con l'ossario, esisteva una grande cisterna di acqua piovana che distribuiva l'acqua al quartiere limitrofo.


Riteniamo che alcune tele custodite presso la sacrestia della attuale chiesa di San Giuseppe provengano dalla chiesa antica, quale ad esempio quella raffigurante la "Morte di San Giuseppe".


Morte di San Giuseppe, particolare


Contributo di Salvatore Presti
E’ vero, la Chiesa di San Giuseppe ricadeva nel sito dove adesso vi è il negozio dei fratelli Cantoni. Ma ancor prima il Comune vi installò la ‘pescheria comunale’ detta “dà chiazza”, poi trasferita a S. Tommaso. Erano dei grandi locali coperti che i venditori di pesce (ambulanti) provenienti soprattutto da Catania s’affittavano dal Comune. Il pesce, prima della messa in vendita veniva controllato dalle guardie annonarie sanitarie. Con le aperture delle pescherie a posto fisso (quelle di Giuseppe Murgano e dei fratelli Castagna), il locale venne ceduto in vendita alla famiglia Cantoni. La parte ancora esistente, con il campanile prospiciente la piazza Coppola, già piazza San Benedetto, non era la sacrestia della demolita chiesa di San Giuseppe, bensì una Cappella ancor oggi chiamata, dai più anziani, di San Giusippuzzu. Nel dopo guerra un fabbro, Luigi Greca, aprì la sua bottega artigiana, attività poi proseguita dai figli Ignazio e Tano. Poi il locale è stato acquisito dalla cartoleria Napoli. Nella piazza San Benedetto si affacciavano quindi tre chiese: San Benedetto (poi Chiesa e Santuario di San Giuseppe), San Giovanni (attuale sede del Comune, ex Casa del Fascio) e quindi San Giuseppe con la Cappella di San Giusippuzzu).
(Nella mappa catastale del 1877, la particella al n. 3539 è definita 'sacristia', evidentemente fu trasformata nella cappella di San Giuseppuzzu" dopo la demolizione della chiesa. n.d.r.)

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La Chiesa di San Giorgio




Chiesa di San Giorgio, ancora oggi è identificabile la struttura muraria:


L'abside

Nel catasto al 1877 la Chiesa di San Giorgio risulta:
Chiesa parrocchiale sotto il titolo di San Giorgio
aperta al culto, Piazza San Giorgio

La chiesa parrocchiale di San Giorgio attualmente è stata ristrutturata in abitazione privata, ma si intravede ancora l'originale struttura muraria.
Dell'abside, ancora oggi identificabile, permane un documento  fotografico:



La chiesa di san Giorgio è documentata nella mappa di Frate Jacopo Assorino redatta alla fine del '500.

nel disegno la chiesa non corrisponde al sito attuale, ma dal lato opposto rispetto al convento di Sant'Agostino, non sappiamo se è un errore del disegnatore oppure originariamente ci fosse un'altra chiesa.


Piazza San Giorgio, la chiesa corrispondeva all'edificio
dove ora è ubicato il negozio "Catalano"

La chiesa vista da Valverde

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