La chiesa dei Cappuccini
post inserito il 7 agosto 2013, editing e foto di F.Emma,
documenti storici: Archivio Storico Comunale, di cui si ringrazia la dirigente D.ssa Cettina Fontanazza ed i suoi collaboratori per la disponibilità e la collaborazione.
La Chiesa ed Il Convento dei Cappuccini
a Castrogiovanni
Storia della chiesa e del convento dei cappuccini
Agli inizi del '500 erano presenti a Castrogiovanni quattro conventi dei frati Mendicanti, ma le scissioni che, nel breve volgere di un decennio, interessarono l'ordine dei frati Minori di San Francesco, determinarono la riorganizzazione dei francescani in tre famiglie autonome. Accanto alla famiglia dei Minori Conventuali ( già presente ad Enna dal 1320 (vedi)) si costituirono con Bolla papale del 1517, i Minori Osservanti, e con Bolla papale del 1528, i Minori Cappuccini.
Subito dopo la loro fondazione, favoriti da numerosi ed influenti protettori, i due ordini si insediarono anche ad Enna. I Padri Zoccolanti, cioè i Minori Osservanti, dopo essere stati per qualche tempo in località Misericordia, nel 1577 si insediarono al Monte, in località Montesalvo, nei pressi di una piccola cappella dedicata alla Madonna, nella quale ogni anno si concludeva la festa della Madonna della Visitazione.
Parimenti i Minori Cappuccini, dopo avere istituito nel 1534 il convento e la Chiesa, dedicata a Santa Maria degli Angeli, fuori dal centro abitato nella valle tra la città e Calascibetta, in un luogo chiamato san Girolamo, nel 1558 si trasferirono nel pianoro di Enna "in un luogo bello e solitario per l'amenità della spaziosa selva che li circonda" costruendovi un nuovo convento. Era già presente una chiesa dedicata a San Paolino da Nola, che i frati successivamente intitolarono a 'Santa Maria della Grazia'.
Il sistema informativo dell'Archivio di Stato, segna la data di origine della Chiesa e del Convento dei Cappuccini nel 1427. Probabilmente questa data, anteriore alla fondazione dell'ordine, riguarda l'edificazione della chiesa presistente al convento, dedicata a San Paolino da Nola. L'Archivio di Stato segna il 1866 come data di fine esistenza del convento. In tale data le leggi eversive espropiarono chiese e conventi agli Ordini che li avevano fondati, custoditi ed impreziositi di beni ed opere d'arte.
Per il Convento e la Chiesa dei Cappuccini iniziò un lungo cammino con vari cambiamenti di uso e destinazione, che specialmente negli ultimi 30 anni hanno determinato un notevole stato di degrado e spoliazione.
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P. Giovanni da Castrogiovanni, uomo di vita ben regolata, applicato sempre allo studio ed alla meditazione, scrisse la storia di Enna in due grossi volumi.
Nella sua opera, a cui dedicò 20 anni (iniziò la sua fatica nel 1730 per terminarla nel 1750) descrisse pure il convento e della chiesa dei Cappuccini in Enna, da cui la trascrizione a lato.
Padre Giovanni morì nel 1758.
Da "Storia di Castrogiovanni" di p. Giovanni dei Cappuccini
L'origine e fondazione del venerabile convento dei Cappuccini fu nell'anno 1534 e si fabbricò detto convento nella valle tra Calascibetta e Castrogiovanni, a parte destra vicino al convento delli padri basiliani, tempo fu innanzi al '400, e che insino al presente vi si vedono le vestigia tanto dell'uno quanto di quello dei padri Cappuccini essendoci ancora intatta la chiesa da dove ne uscirono tanti illustri e decorosi religiosi Castrogiovannesi in dottrina ed in santità di vita, e ne dimorò detto convento in detta valle per lo spazio di anni 24.
Essendo allora l'infermeria nella città, che sono quelle case o palazzetto dietro o collaterali al Convento dei padri Benfratelli, o dell'originale di San Giacomo, dopo poi trascorsi quegli anni di sopra accennati, abbandonarono detto convento e fabbricarono il convento nuovo dentro la città, dove sono e si ritrovano al presente che fu nell'anno 1558, dove vi era situata la Chiesa di San Paolino vescovo di Nola, e la città ci concesse detta chiesa solo al suddetto tempo, nella quale Chiesa quindi si vede una cappella con il quadro di detto Santo. Di poi ottennero detti Padri dalla Sacra Congregazione in breve che detta Chiesa fosse nominata sotto il titolo di 'Maria della Grazia' e come si vede nel quadro dell'altare maggiore degno di ammirazione.
La cappella dedicata a San Paolino da Nola ed il quadro descritto da p. Giovanni, non sono più presenti nella chiesa a causa di antichi rimaneggiamenti.
E' ancora presente sull'altare la grande pala che p. Giovanni descrive come "Santa Maria della Grazia".
Il quadro è un'opera seicentesca attribuita al pittore "Francesco da Castello".
Nell'inventario dei beni del 1931 l'opera è descritta come "La Madonna degli Angeli coi santi Francesco, Antonio, Chiara e Caterina".
Frans Van de Kasteele detto Francesco da Castello, (Bruxelles 1540 circa-Roma 1621) fu egli stesso un padre cappuccino. Altre sue opere sono infatti presenti presso vari conventi dei frati cappuccini, a Viterbo, Orte, Collevecchio.
La committenza francescana mostrò un particolare gradimento per la pittura di Francesco da Castello, rivolgendosi spesso al maestro fiammingo per la realizzazione delle pale d’altare destinate alle chiese dell’Ordine. Lo confermano le tele dell’artista presso le città sopra menzionate, tutte di committenza francescana, cui devono aggiungersi altre opere conservate in diverse parti d’Italia, soprattutto in area centrale, ma anche in Sicilia come la pala di Avola in provincia di Siracusa.
L'immagine sotto riproduce un opera di Francesco de Castello conservata presso il museo diocesano di Orte. Come si può rilevare presenta una impostazione sovrapponibile alla tela di Enna.
Nella venerabile chiesa di questi Padri Cappuccini, fra le altre cose più notabili, è degno di ammirazione quale quadro che si vede nella cappella del gloriosissimo San Carlo Borromeo come questo quadro sia di Mario Minniti.
Il quadro che rappresenta San Carlo Borromeo e gli appestati, è stato eseguito nei primi decenni del '600 dal pittore siracusano Mario Minniti (1577-1640). Il quadro, oggi custodito presso la Sala Cerere di Palazzo Chiaramonte, era posizionato nella Cappella funebre dei nobili Grimaldi di Geracello. Assieme ad altri due quadri del beato Serafino e del Beato Fedele, oggi perduti, faceva parte di un ingranaggio mobile che permetteva la discesa dei quadri a copertura del Reliquario ancora presente nella chiesa.
Committente del quadro fu il cavaliere gerosolimitano Carlo Grimaldi che morì nel 1617. Pertanto il quadro è stato certamente dipinto prima di questa data.
Intermediario della committenza fu verosimilmente lo stesso ordine cavalleresco con cui il pittore siracusano era in rapporto, come dimostra il suo soggiorno a Malta.
Il Minniti è considerato un pittore caravaggesco. Conobbe Caravaggio durante il suo soggiorno in Sicilia.
A questo famosissimo quadro di San Carlo li fa corona un bellissimo reliquario con altri due quadri laterali uno del beato Serafino e l'altro del beato Fedele dei quali tutte tre calando in giù coprono le reliquie, situate bene in una scolpita bacheca di legname, che l'occhio resta invaghito di si nobile architettura.
Qui tra le altre reliquie insigne vi si adorano tre corpi interi: uno del gloriosissimo San Giulio, il secondo del gloriosissimo San Nicandro e il terzo del gloriosissimo Santo Floridiano. Il cranio del gloriosissimo San Felice da Consalice, cappuccino, un pezzo d'abito del serafico San Francesco, l'unguento della Maddalena e molte altre.. ne fanno un santuario di devozione..
Tutte queste ricchezze ben fatte e ordinate muovono al allegrezze e giubilo ad ogni cuore che s'adora, celebrandosi la festa due volte all'anno una gli agli inizi di agosto per il gloriosissimo San Giulio e l'altra il primo di novembre giorno di tutti i Santi con un numeroso concorso delli paesani.
Il Reliquario della cappella dei Grimaldi di Geracello.
Isti sunt religiosi cappuccini
magne sanctitatis vitae ennenses
Padre Adriano e padre Michelangelo
da Castrogiovanni
morirono con fama di santità
(da una illustrazione di p. Giovanni)
Anche si vede nella medesima chiesa, una santissima cappella del glorioso ed invitto San Felice da Cantalice cappuccino, di stucco finissimo architettata su modello moderno, toccata ad oro finissimo a spesa del Reverendissimo Signore Ignazio Rosso Commissario del Sant'Uffizio, con anche mettervi le sue armi per detenzione della medesima e per la gran devozione che aveva questo signore verso questo venerabile Santo, ricevendone del continuo li favori, che bisognano di continuo sia dell'anima che del corpo, e non solo detto signore, ma anche tutti di questa città di Castrogiovanni, invocandolo con devozione, ne hanno ricevuto ed ottenuto moltissimi miracoli, il tutto sia a maggior gloria di Dio, e del suo serafico Padre S. Francesco per il quale tutti cantando e giubilando dicono:
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Con le leggi eversive del 1866, la chiesa ed il convento dei cappuccini furono acquisiti dal comune di Castrogiovanni. Il comune in quegli anni istituì il cimitero cittadino (vedi) presso la selva limitrofa, e la chiesa ed il convento non subirono stravolgimenti.
Nel 1928 grazie alle donazioni di Gaetano Alù, il comune istituì nel convento il ricovero di mendicità Principe di Piemomonte che ospitò fino al 1969 i poveri senza casa.
Dopo il Concordato tra stato e chiesa cattolica del 1929, vi fu la richiesta da parte della diocesi di potere utilizzare la Chiesa e la parte del convento non occupata dal ricovero di mendicità. La consegna fu effettuata nel 1931. Come si può appurare dal verbale di consegna (vedi), la chiesa era ancora integra nelle sue suppellettili, quadri, statue, a sessanta anni dalla confisca all'ordine dei cappuccini.
Nel 1932 p. Giuseppe Fontanazza, missionario cappuccino, chiese al comune e quindi alla diocesi, che i monaci potessero rialloggiare nel convento, sempre nella parte non occupata dal ricovero. I cappuccini tornarono così ad Enna. Dopo l'istituzione del cimitero comunale nella selva limitrofa al convento, la chiesa aveva assunto un ruolo rilevante divenendo Chiesa funeraria, per cui tutti i funerali della città venivano celebrati presso questa chiesa, almeno fino al dopoguerra. Negli anni '40 erano rimasti presso il convento gli ultimi due monaci. Il 10 luglio 1943, con l'inizio dei bombardamenti ad Enna, l'ultimo monaco abbandonò notte tempo il convento, da allora i cappuccini non furono più presenti ad Enna.
Negli anni settanta, con il trasferimento del ricovero ad Enna bassa, la Curia provinciale dei frati minori Cappuccini di Siracusa fece richiesta per ripristinare il convento, ma la cosa non ebbe seguito ed il convento venne definitivamente abbandonato, mentre la chiesa continuò ad essere utilizzata per le funzioni sacre fino agli anni '80.
Con la cessazione dell'utilizzo, la chiesa ha subito un rapido degrado, alcuni quadri e statue sono stati dispersi nelle altre chiese di Enna, alcune cose trafugate, e riteniamo di attribuire ad atti di vandalismo la decapitazione degli angeli degli stucchi degli altari.
Oggi rimane la struttura lignea dell'altare principale, con il quadro centrale dedicato alla Madonna degli angeli ed il reliquario. Il quadro del Minniti è stato allocato presso la sala Cerere, ed è pesante lo sfregio dovuto all'assenza dei quattro quadri che stavano sull'altare ai lati della tela principale.
Nonostante tutto la chiesa manteniene il suo fascino, ed ha ripreso ad essere curata ed utilizzata negli ultimi due anni da quando è stata affidata alla chiesa ortodossa nella persona di padre Daniel che la domenica officia le funzioni per la comunità rumena.
La chiesa dei Cappuccini
oggi e allora...
L'altare maggiore con il grande quadro dedicato a Santa Maria degli Angeli,
Sul lato a sinistra erano presenti le tele raffiguranti, quella superiore, la Madonna e san Felice, quella inferiore, sant'Agata, a destra in alto San Giuseppe e in basso Santa Barbara.
Le due tele inferiori di sant'Agata e di santa Barbara facevano da sportello a due nicchie in cui erano alloggiati due reliquari.
Di questi quattro quadri non abbiamo notizia.
Accanto foto d'archivio dell'altare con ancora presenti due dei quattro quadri laterali.
Scheda di restauro
OGGETTO : dipinto
SOGGETTO : San Felice da Cantalice
DIMENSIONI: 187x122 cm
AUTORE : Bottega Siciliana
CRONOLOGIA PRESUNTA : XVII sec.
PROVENIENZA : Convento dei Cappuccini – Enna –
PROPRIETA’: Ente ecclesiastico
TECNICA : olio su tela
Collocazione attuale: Pinacoteca diocesana P.Armerina
Restauratore: Prof.ssa Sonia Sutera
Il quadro dell'Annunciazione attualmente
presso la pinacoteca diocesana di Piazza Armerina
Scheda del dipinto dell'Annunciazione
OGGETTO : dipinto
SOGGETTO : Annunciazione
DIMENSIONI: 190x125 cm
AUTORE : Bottega Siciliana
CRONOLOGIA PRESUNTA : XVII sec.
PROVENIENZA : Convento dei Cappuccini – Enna –
PROPRIETA’: Ente ecclesiastico
TECNICA : olio su tela
Descrizione dell’opera
L’Annunciazione, proveniente dal Convento dei Cappuccini di Enna, attribuita alla Bottega Siciliana secolo XVII.
Attualmente ubicata al Museo Diocesano di Piazza Armerina.
L’Annunciazione è uno dei soggetti più diffusi in assoluto di tutta l’arte di soggetto Cristiano. La rappresentazione si basa essenzialmente sul racconto tratto dal Vangelo di San Luca; L’Arcangelo Gabriele si presenta alla Madonna per annunciarle la futura maternità. La Madonna, che in quel momento stava leggendo, accolse con stupore e un po’ di diffidenza l’annuncio dell’Arcangelo, ma, dopo un istante di esitazione, accetta l’imminente nascita di Gesù.
Il quadro presenta alcuni elementi iconografici costanti, la colomba che simboleggia lo Spirito Santo, il libro che, per tradizione, rivela la dimensione spirituale della Madonna.
All’iconografia tradizionale si aggiunge la figura (in alto a sinistra del quadro) del Dio-Padre, che sovrasta sui protagonisti della scena. La scena è raffigurata all’interno di una stanza, probabilmente un luogo Sacro.
Il dipinto è contornato da una cornice lineare colore legno.
Quadro restaurato dalla Prof.ssa Sonia Sutera, che gentilmente ci ha fornito le foto e la scheda del restauro.
nelle foto a lato e sotto le nicchie ormai spoglie,
decorate con angeli di cui molti decapitati
Dispersi
o scomparsi
Sant'Antonio da Padova nella sua nicchia originale,
attualmente la statua è alloggiata nella cripta della chiesa di San Francesco.
Tela raffigurante l'Addolorata nella sua nicchia originale.
Sede attuale la Chiesa di Valverde
Il quadro restaurato
(abside chiesa di Valverde)
(segnalato da Marco Di Fina)
Statua del Sacro Cuore di Gesù nella sua nicchia originale,
attualmente presso la chiesa di Santa Maria del popolo.
Queste due tele erano ancora presenti presso la chiesa dei cappuccini
fino a circa 10 anni fa, sono state trafugate da ignoti.
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Il reliquario
dei Grimaldi di Geracello
La lapide ai piedi del reliquario, con la sepoltura del principe Pietro Andrea Grimaldi, morto ad anni 17, nel 1731.
Bibliografia
Documenti Archivio Storico Comunale, fascicolo 1, categoria 7, classe 6;
p.Giovanni dei cappuccini, Storia di Castrogiovanni;
Carmelo Bonarrigo," p.Giovanni dei Cappuccini, Storia di Castrogiovanni", Officina studi medievali Palermo, 2009;