L'amore al tempo dei Normanni
L’Amore al tempo dei Normanni
Gli ALTAVILLA
La grande storia d'amore tra il Gran Conte Ruggero e Giuditta d'Evreux
Ruggero è l'ultimo di dodici figli di Tancredi signore De Hauteville.
In questa istantanea della famiglia, il signore di Hauteville e sua moglie Fressenda sono a tavola con i dodici figli maschi.
Tancredi, la moglie, e i dodici figli, di cui l'ultimo Ruggero. Ultimo a destra il messo del principe di Salerno
E' un momento fondamentale per la storia della Sicilia, la famiglia riceve il messo del principe di Salerno venuto ad invitare i giovani cavalieri a partire per l’Italia. A tavola sono presenti da sinistra verso destra: Tancredi e Fressennda, poi i figli in ordine di età: Serlone, Guglielmo, Drogone, Umfredo, Goffredo, Roberto, Malgero, Guglielmo, Alveredo, Tancredi, Umberto e Ruggero; chiude la tavolata l’ospite straniero.
Serlone, il figlio maggiore, succederà al padre in Normandia, Guglielmo e gli altri fratelli maggiori partiranno per il meridione d'Italia. Ruggero è ancora giovane, dovrà aspettare ancora qualche anno.
Ruggero è invaghito di Giuditta, figlia del Conte di Evreux e nipote di Guglielmo il Conquistatore, ma è troppo povero per aspirare alla sua mano.
Qualche anno dopo, Ruggero partirà per raggiungere i fratelli senz'altro retaggio che il cuore innamorato e la spada. Giuditta resterà in Normandia reclusa nel monastero di Saint-Evrault.
Roberto il Guiscardo accoglie Ruggero in Calabria
Dopo la morte del fratello Umfredo, Roberto fu eletto Conte di Puglia e Calabria. In tale veste accolse Ruggero, il suo più giovane fratello, appena giunto dalla Normandia in cerca di terre e di avventure. Roberto affidò subito la Calabria al giovane fratello. Nella scena i due fratelli sono sbarbati e, secondo la moda normanna, portano i capelli rasati sulla nuca e sulle orecchie.
Roberto il Guiscardo sottomette la Calabria
Giuditta di Evreux, era figlia di un cugino del duca di Normandia, Guglielmo il Conquistatore. Di lei Ruggero era stato innamorato fin dalla prima adolescenza ma le nozze erano state vietate dal Duca perché il più giovane degli Altavilla, privo di titoli e di beni territoriali, non era all’altezza di aspirare alla mano della nobile fanciulla.
Siamo giunti nell’anno 1061. Ora Ruggero non è più l’ultimo della famiglia, ha titoli ed autorità. Non vi sono più impedimenti perché egli sposi la ragazza tanto amata e difatti la fanciulla gli arriva dalla Normandia, accompagnata dal fratellastro, Robert de Grandmensil, abate di Saint Evroult e futuro fondatore delle abbazie benedettine di Sant’Eufemia e Mileto.
E’ Natale, Ruggero si trova in Sicilia, a Troina, quando gli giunge la notizia dell’arrivo in calabria della “fanciulla lungamente desiderata”.
"Era giunta in Calabria una donzella che schiudeva in terra il paradiso all'ambizioso giovane di trent'anni..." Ruggero parte immediatamente e la trova ad attenderlo presso San Martino. Subito fa benedire le nozze dall’abate e quindi la conduce a Mileto, dove ha luogo la cerimonia di festa con l’intervento di un gran numero di musici normanni, secondo lo stile tradizionale di Saint Evroult.
Lo sposalizio di Giuditta e Ruggero
Le dolcezze dell'amore non fanno scordare a Ruggero la campagna militare in Sicilia.
A capo di pochi giorni, Ruggero porta l’adorata Giuditta che non lo ha voluto lasciare solo, in Sicilia a Troina.
A Troina nel crudo inverno del 1062, i due sposi sono asserragliati dai bizantini e dai mussulmani, messisi d’accordo per l’occasione.
Ruggero e Giuditta non dispongono che di un unico mantello di lana. Per proteggersi dai rigori dell’inverno condividono il mantello di giorno e dormono rannicchiati sotto di esso la notte.
Ruggero e Giuditta a Troina durante l'assedio, abbracciati sotto lo stesso mantello
Dopo quattro mesi di fame e di freddo, Ruggero con una fortunata sortita rompe l'assedio.
"Ruggiero andò solo in Calabria a rifornirsi dei cavalli perduti nell'assedio: lasciò in Traina la sposa, che a dura scuola avea appreso a far le veci di capitano; la quale mantenne la disciplina nel presidio, girando i ripari ogni dì, vegliando su le guardie, confortando tutti con benigne parole e promesse, e rammentando i pericoli corsi insieme ".
In questo post sono riprodotti i pannelli illustrativi della mostra dal titolo “ Ruggero I e la Provincia Melitana”, curata da Giuseppe Occhiato e Filippo Ramondino e tenuta nel Museo Statale di Mileto fino all’ agosto del 2002
La Canzone di Ruggero
(documento ideato da F.E.)
Benedetto il gelo
benedetti i nemici
benedetta la povertà
stringiti a me amore mio
questo mantello ci proteggerà
E' nostra reggia, è nostra alcova,
ma senza il nostro amor che giova.
Dai nostri cuori viene il foco,
riscaldarci sembra un gioco.
Qesta avventura domani finirà
ma il nostro amore è per l'eternità.