Vita quotidiana nella castrogiovanni di 1000 anni fà
Frammenti di vita quotidiana di Castrogiovanni
di quasi mille anni fa,
tratti dall'Archivio Storico di Messina
25/3/1109
Adelasia Contessa di Calabria e di Sicilia, trovandosi in Messina, ordina ai Vicecomiti, Gaiti ed altri Ufficiali delle terre di Castrogiovanni, di sua pertinenza, di non molestare, si bene di proteggere i monaci del Monastero di S. Filippo di Demenna sito nella valle di S. Marco
20/10/1370
Tommaso Smiridi, procuratore generale del Monastero di S. Placido di Calonerò, per parte dello stesso Monastero, fa redigere in pubblica forma un privilegio del Re Federico, del 1369, 28 luglio, 7a. Ind. in Messina. Per esso, il Re conferma una donazione fatta, per salute dell'anima, al Monastero predetto, da Grazia vedova figlia del fu Giuliano De Manna di Messina, milite, di un suo feudo con erbaggi, villani e giurisdizioni, detto di Rasalguni, sito nella valle di Castrogiovanni, vicino il territorio di Piazza, e ne è inserito lo strumento del 1369, 13. Giugno, 7a. Ind., in cui la donatrice induce il Monastero nel possesso del feudo, col patto che ogni giorno il Monastero debba celebrare una messa per l'anima sua e dei suoi parenti, e col divieto al Monastero di alienare il feudo. Il Re rimette inoltre il servizio dovuto alla Regia Curia pel predetto feudo, e inculca al Monastero di adempire tutti i doveri feudali, e di riservare al fisco le miniere, il lido del mare e altre regalie.
12/06/1288
I coniugi Giovanni e Beatrice de Chaula di Castrogiovanni vendono ai coniugi Rogerio e Regali de Milite, da Polizzi, una vigna con terra scapola nel territorio di Polizzi, contrada Dardavastru, pel prezzo di oncie sei di oro
10/08/1257
Stefano Malabota, Ottaviano Lombardo e 'l giudice Berardo de Cataldo, per incarico del Regio e Principale Camerario delli valli di Castrogiovanni, Demenna e Milazzo, dopo essersi accertati nei modi di legge che una pezza di terre detta de Gurcumulla, del tenimento di S. Filippo, si apparteneva al feudo posseduto da Ranaldo de Batifolla, che ne era stato indebitamente spogliato dal nob. Nicolò da Ruffolo Mestro Regis et Principaliis dohane de secretis et questorum per la Sicilia al di qua del fiume salso, ordina che se ne faccia restituzione al legittimo possessore
1338, luglio 20
Castrogiovanni Trovandosi nella chiesa della Beata Vergine Maria di Castrogiovanni, il presbiter Riccardo de Sancto Marco insieme al giudice Sardino de Lombardo, fidecommissari del defunto Tommaso de Micheli, eseguono le ultime volontà del defunto dando ciò che spettava ai suoi creditori.
1/giugno/1336
PIAZZA, Lorenzo de Biada, abitante di Piazza, dovendo sporgere querela contro Nicolò de Camblasio, anche lui abitante di Piazza, dal quale era stato accusato di omicidio, presenta innanzi al capitano giudiziario di Castrogiovanni, al baiulo di Piazza e a Fino, servo del detto Nicolò de Camblasio, il fratello Cantello come suo fideiussore e garante.
25/giugno1338
MESSINA, Mannello de Pagano vende ad Osdalisia, vedova di Filippo Giovanni de Giglio, due botteghe poste in Castrogiovanni in contrada San Giovanni per la somma di 6 onze 1 tarì e 13 grana.
06/11/1302
I coniugi Nicola de Dimitro e Margherita, da Polizzi, dimoranti in Castrogiovanni, vendono a Suora Fiordirosa figlia di fra Bartolomeo Maze, una casa in Polizzi nella capitania di San Giorgio pel prezzo di oncie sei e mezzo di oro.
08/10/1307
Giacomo, Vescovo di Cefalù, consigliere del Re Federico III, concede a Niccolò di Castrogiovanni, cittadino di Cefalù, una casa sita in detta terra, contrada di S. Niccolò, per l'annuo censo di 14 tarì d'oro.
14/03/1312
Giovanni de Castrogiovanni, su richiesta della moglie Flordensia, figlia del defunto Guglielmo Fornarii, dichiara di avere ricevuto alcuni beni dotali del valore complessivo di 24 onze (ARCADIPANE-BALLETTA-MICELI.
28/071326
Transunto d'una cedola della regia gran corte, chiesto dal nobile Orlando de Milite da Polizzi, nello interesse della sorella Isolda, vedova di Lamberto de Pinziguerra, e delle nipoti Giacoma, Isabella e Giovanna; con la quale cedola si obbliga il conte Francesco de Ventimiglia di reintegrarle nel possesso dei feudi Pinzaguerra, Rassafica e Malconsiglio, nel territorio di Petralia, pur dando al detto conte il diritto di richiedere il servizio di un cavallo armato, e sotto la comminatoria di pagarsi dal conte alla gran corte oncie trecento di oro, e dalla detta Isolda e figlie oncie cento al conte nel caso di trasgressione, e con riserva di non pregiudicare i diritti che potrebbero vantare i baroni dei detti feudi in ordine a tale servizio di un cavallo armato.
16/09/1327
Giacomo de Platea e la moglie Grazia, ab. a Corleone, da una parte, e Francesco de Rogerio di Castrogiovanni e Pietro de Pontecorono, ab. pure a Corleone, dall'altra, fanno atto di divisione di una casa, sita in Corleone, nel quartiere di S. Giuliano.
20/02/1329
Francesco de Castrogiovanni, ab. a Corleone, vende a Pietro de Pontecorono, ab. nella stessa terra, una casa sita in Corleone nel quartiere S. Giuliano, al prezzo di onze 4.15
11/011335
Dolcia moglie di Garzia de Cittadino da Traina costituisce Peregrino de Cittadino suo procuratore, perché si rechi alla Curia del Giustiziere delle valli di Castrogiovanni e Demina onde scusarsi dalla contumacia il proprio marito citato e per assenza non comparso
Sigillo di Federico III
19/06/1335
Suor Contessa De Blay, della terra di Castrogiovanni, conventuale dell'ordine di S. Maria di Valverde di Messina e Priora in Ragusa, confessa che, per licenza di Suor Chiara De Milio, Messinese, Priora Provinciale del detto Ordine di Valverde in tutto il Regno di Sicilia, ha concesso durante la vita di lei (Contessa) a Bartolomeo Montarello una vigna nel territorio di Castrogiovanni, contrada Mancara, perchè possa percepire il reddito; e che lo ha investito della suddetta vigna per lapillum, ut moris et eiusdem terre Castri Iohannis.
29/06/1335
Costa Russo e Prancato Crassa di Franzanò, abitatori del Casale di Bolo, ad istanza di Anichio, Abate del Monastero di San Filippo di Fragalà, confessano nella Curia del Giustiziere di Castrogiovanni e Demina, di dovere al detto Monastero tarì quattro d'oro ognuno all'anno, come dritti ascrittizi per ragione del villanaggio