Chiesa di santa Chiara - Il Campanile Enna

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Chiesa di santa Chiara

I luoghi della memoria > Le Chiese di Enna

La Chiesa di Santa Chiara
ad Enna*


visita la sacrestia

Nel 1619 viene insediato a Castrogiovanni il Collegio della Compagnia del Gesù, "in un sito commodissimo della città", in un'area centrale non lontana dalla chiesa Matrice e vicino al monastero delle Benedettine, aperto sul lato meridionale sui salti orografici del vallone di Fontana Grande, accanto all'antico baluardo difensivo ormai in disuso e assai prossimo al palazzo della famiglia Aurati, in un quartiere ben frequentato dove cristiani ricchi e cristiani poveri convivono fianco a fianco.


Il Collegio dei Gesuiti in costruzione,
in un disegno del 1650

I Gesuiti accettano di buon grado la donazione offerta loro dalla nobildonna Costanza Rotundo che assegna alla Compagnia una cospicua rendita, legata ai beni di Ferrante Grimaldi e Cesare Petroso, "persone facoltose di beni", per volontà testamentaria del defunto suo figlio Francesco.

Sullo sfondo la Chiesa di santa Chiara
in una litografia del 1840

La nobildonna offre anche come primo nucleo dell'istituendo convento una sua casa che si trova "quasi nel mezzo (della città)  fabricata molto bene et alla moderna e che con poca spesa si può facilmente  accomodare" ed in tal modo per i primi anni i  Gesuiti  possono utilizzare "una chíesiola "acconciata con qualche decenza in  alcune stanze dell'istessa casa". Complessivamente il collegio gesuitico può disporre "di un capitale di onze diecimila e quattrocento, ottomila dei qua sono del legato che lasciò il signor Francesco Rotundo figlio  della signora Costanza, mille e duecento della casa che soprapiù dona la stessa signora  et altre mille e duecento che offre la stessa città .

La Chiesa di Santa Chiara ai primi del '900

I Gesuiti ad Enna

I Gesuiti, cui è stato affidato il compito del  rilancio  della Chiesa cattolica, sono ormai diventati i "condottieri" della  Controriforma: formano preti di alta cultura,ripudiano i mediocri, impongono una pedagogia che seduce la gioventù.

In sicilia, la Compagnia del Gesù, ben protetta dall’amministrazione vicereale spagnola, è già presente in quegli anni, con sedici collegi, nelle città grandi e piccole della costa e dell'interno, ma è interessata ad insediare un  ulteriore collegio ad Enna perchè la città, come scrive nel maggio 1618 padre Pompilio nel richiedere la superiore approvazione, "arriva circa al numero di ventimila anime et a questo corrisponde la qualità, essendovi molta nobiltà e tra questa si trovano 25 baroni molto honorati e commodi con palazzi principali ... La gente poi è di natura quieta, inclinata alla pietà e la Compagnia da ogni grado di persone è grandemente desiderata. La gioventù poi è in gran numero assai capace di lettere e di virtù, ma altrettanto ab di aiuto onde tanto maggiormente è desiderato il Collegio"

La chiesa e convento diventano in poco tempo il centro dell'attività apostolica dei Gesuiti impegnati con la predicazione, l'insegnamento e varie opere sociali nella città.
I Gesuiti  godono di grande considerazione anche per il prestigio che deriva alla Compagnia per l'opera missionaria di Girolamo de Angelis che, nato ad Enna nel 1569, si reca in Giappone nel 1596 per "diffondervi il Vangelo" ed in terra d' Oriente patisce il "supplizio di fuoco nel 1624.E quando nel 1659 le sue reliquie vengono riportate in Italia "le fiamme divoratrici gli rispettarono il capo" su viva richiesta di tutta la comunità ennese, pervasa da fervore religioso, e unanime consenso delle massime autorità gesuitiche, è ad Enna e non a Roma, che esse vengono traslate, trovando degna collocazione nella chiesa ennese della Compagnia dei Gesù.



Girolamo De Angelis
in un disegno di Padre Giovanni cappuccino  



L'espulsione dei Gesuiti nel 1767

Il 31 ottobre 1767 "per la quiete, la sicurezza e la felicità degli amatissími popoli" viene emanato l'ordine di espulsione dal regno di Sicilia di "tutti i Gesuiti costituiti in sacris (..) di qualunque grado  e senza eccezioni'', Accusati dalla Giunta degli Abusi di avere carattere politico e non religioso, "volti a prevaricare la legge ed Insediare lo stato, opera distruttrice della religione e spoliatríce dei beni dei cittadini" e di avere "corrotta la gioventù, guasti i costumi, alterata la fede, sovvertito i popoli e fatto acquisto di immense ricchezze e dismisurata potenza".
Il 30 novembre 1767 l'ordíne viene eseguito contemporaneamente ad Enna e nelle oltre 35 strutture gesuitiche dell'isola (collegi, case professe, noviziati). Imbarcati, parte a Messina e parte a Palermo, i Gesuiti vengono esiliati e spediti direttamente a Roma, via Civitavecchia.

L’espulsione dei Gesuiti rappresentò un danno per la città  perchè d'improvviso viene a mancare l'unico centro di formazione  scolastica e di cultura presente ad Enna. Il collegio ennese infatti, pur avendo soltanto gli Studia inferiora, cioè il livello elementare di istruzione con l'insegnamento della grammatica, le umane lettere, la retorica, il latino ed il greco svolgeva da più di un secolo un ruolo importantissimo nel campo della formazione delle giovani coscienze anche se "il giogo del metodo gesuitico pesava tuttora sugli ingegni" perchè il compito che i seguaci di sant'Ignazio di Loyola si erano da sempre attribuiti, e con successo, era stato quello di garantire la presenza e la egemonia culturale della Chiesa nella società  maiorem Dei gloriam  assicurandosi una incontestata leadership culturale sulla gioventù aristocratica e borghese.

Da  Collegio dei Gesuiti a Convento delle Clarisse dei monasteri di Santa Chiara e S.Maria delle Grazie

Il collegio, tenuto in stato di abbandono per lunghi anni utilizzato soltanto come occasionale dimora per i   Viaggiatori stranieri di passaggio in città  vi alloggiano ancora nel giugno 1778, per raccomandazione di un abate, Dominique Vivant Denon ed i 18 uomini dei suo seguito - viene destinato nel 1779, alle Clarisse della città, "per intercessione dell’Università  e per ordine di monsignor Deodati" riunificando in un unico grande monastero, centrale e ben organizzato, le monache di clausura di dei due monasteri già esistenti quello di Santa Chiara e quello di S. Maria delle Grazie  (  si rese propizio il vescovo alle loro richieste e fattone la consulta favorevole al governo, le unì tutte insieme e col verbo regio ottenendo loro l’anzidetto convento, in corso di visita processionalmente le andò ivi a rinserrare")

La descrizione della Chiesa di Santa Chiara

A sinistra, la grande tela raffigurante "La Madonna delle Grazie".
Il quadro proveniente dal monastero di Santa Maria delle Grazie, attualmente si trova presso il Museo Alessi.

A destra
Suor Maria Teresa Librizzi.
Fondatrice del Venerabile Monastero di S. Chiara e di Tutte le Grazie.
Morì in Castrogiovanni
l'1 giugno 1812.

Nel secondo dopoguerra, la Chiesa divenne Sacrario dei Caduti.
Le cappelle laterali vennero trasformate per ospitare i loculi dei soldati caduti in guerra.

Mosaico raffigurante l'episodio della morte dei soldati precipitati dalla rocca presso il cimitero durante i bombardamenti

Il pavimento di maiolica del 1852.
L'invenzione del battello a vapore,
la città di S.Sofia ed il trionfo sull'Islam.

L'altare,
sotto alcuni dettagli

Le tele sull'abside, ai lati dell'altare
a sinistra , la presentazione di Gesù al tempio, a destra, l'annunciazione


L'altare per la celebrazione,
già posto in una delle cappelle laterali

Dettagli

Piazza Napoleone Colajanni


La piazza fu così denominata nel 1929, quando venne collocato, al centro, il monumento eretto in onore del grande statista e uomo politico ennese Napoleone Colajanni, realizzato dallo scultore Ettore Ximenes.
Era una delle più belle piazze di Enna, circondata da tre lati dagli edifici tra i più antichi della città: il Convento dei Benedettini, Palazzo Pollicarini, la Chiesa di Santa Chiara.
Il quarto lato era costituito da un belvedere che si affacciava su un giardino sottostante, da cui si spiazava con lo sguardo verso la Torre di Federico e Montesalvo.  
Negli anni sessanta sul lato del Belvedere venne edificato l'Hotel Sicilia, struttura "orrendu visu" anche per l'architettura moderna. Il palazzo Pollicarini venne sovrastato su un lato da un edificio moderno "pluripianato".
Eppure fino ai primi anni del '900 l'edificazione del secondo piano dell'attuale Scuola elementare aveva visto ancora rispettati i canoni estetici con l'uso di pietra e decorazioni in ordine con la chiesa e il convento dei Benedettini. Inoltre, attualmente il palazzo dei Benedettini, uno dei più antichi della città, è in stato di abbandono e degrado ed a rischio di crollo.  

Lato
Benedettini


Lato
Pollicarini

Lato chiesa
e
ex Belvedere
oggi lato
Hotel Sicilia


Il lato
Belvedere
prima della costruzione dell'Hotel Sicilia

Da: Carmelo Severino, ENNA la città al centro, Gangemi ed.
Foto di Federico Emma

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