Filippo Mingrino
Filippo Mingrino,
pittore e decoratore ennese
post inserito il 9 febbraio 2014.
editing F.Emma, foto archivio Paolo Mingrino
Filippo Mingrino ha svolto un importante ruolo nel mantenimento del patrimonio culturale della nostra città in un periodo critico quale gli anni '50 e '60 del secolo scorso, caratterizzato dagli ampi interventi distruttivi e demolitivi, dedicando il suo raffinato senso artistico al restauro dei decori di alcuni dei monumenti più importanti tra i quali la Chiesa Madre, San Giovanni, la Chiesa di San Leonardo.
Nato il 25 ottobre 1915 a Castrogiovanni nell'antico quartiere di Valverde aveva interrotto gli studi superiori a causa della prematura morte del padre per occuparsi, nonostante la giovanissima età, dei beni della famiglia insieme al fratello Benedetto (futuro scultore che appena 18nne contribuirà al restauro del castello di Rodi).
Il percorso artistico
Iniziò il suo percorso artistico frequentando la "bottega " del decoratore Erminio Farina. Sin dall'inizio si distinse fra gli altri allievi per la sua perspicacia e per l'innata passione per gli stucchi, decori e disegni a matita e carboncino (passione ereditata dal padre Paolo).
(nella foto accanto, Filippo Mingrino col gruppo di classe presso la scuola S. Chiara con il maestro Sinicropi)
Dopo le ore di lavoro coltivava l'arte della pittura ad olio e acquerello,dipingendo su tutto quello che si poteva reperire in quei tempi (tavole di legno,cartoni e tele preparate da lui stesso).
Durante il periodo bellico svolse il militare (3 anni) a Firenze e possedendo una ottima grafia e sapendo usare i "pennini ad inchiostro" venne assegnato alle mansioni di furiere per redigere le schede anagrafiche dei militari. Gratificato dal poter avere del tempo libero ebbe l'opportunità di affinare l'arte del dipingere frequentando altri pittori presenti allora in quella città.
Scrivendo alla propria fidanzata e futura moglie redigeva le buste in modo particolare tanto da attirare l'attenzione e venire sempre aperte dalla Censura dì allora! (foto sopra)
Finita la guerra e tornato ad Enna apre l'attività di mesticheria. Sarà il negozio esclusivo di articoli per la pittura dove non mancherà di dare consigli a tutti coloro che si avvicinavano all'arte del dipingere, spronandoli a continuare. Con una squadra di 6 allievi, avviò l'arte del decoratore non togliendo tempo alla pittura. ( Durante una degenza ospedaliera di 15 giorni esegue oltre 80 quadretti ad acquerello). Collaborò con il prof. Luigi Cascio a realizzare a Enna la Scuola d'Arte, aiutandolo reperire il luogo dove sarebbe sorto il futuro Istituto Regionale D'Arte.
Nel 1946 viene chiamato dalle suore Monfortiane, da poco giunte nell'ospedale di Enna, a dipingere un quadro nella chiesa del Carmine :" La Vocazione" (a destra presso l'altare maggiore). (Negli anni successivi, durante un restauro della chiesa, il restauratore cancella la firma di F.Mingrino e vi appone la propria dicendo di aver restaurato anche il quadro.(Sic!)
Le sue capacità artistiche e creative ed il gusto per il bello vengono così apprezzati che le famiglie dei Geracello Valvo, Geracello Militello, Anzalone, lo chiamano nelle proprie abitazioni per restauri e decorazioni.
Nel 1955-56 viene chiamato a dipingere episodi, tratti da favole, nel refettorio e dormitorio c/o l'appena costruita Maternità d'Infanzia (ONMI) a Enna, oggi ricoperti da una "bella" pittura bianca.
Agli inizi del 1960 completò il restauro del Duomo di Enna dipingendo degli affreschi nella cupola della navata centrale (le principali cattedrali e basiliche italiane e il sacrificio di Abramo).
Nel 1961 restaura,ingentilisce e arricchisce con stucchi la chiesa di S. Leonardo ( la Passione ) formando dei pannelli dove si sarebbero dovuti inserire dei dipinti. Negli anni ottanta (ahimè ) è stata scialbata per la ottusa ingenuità di qualcuno!!
Sempre agli inizi degli anni sessanta restaurò la chiesa di S. Giovanni in modo molto sobrio come l'aveva voluto l'allora Mons. Di Vincenzo.
Filippo Mingrino, ritratto giovanile
Il suo impegno nel campo dell'arte e del restauro derivava oltre che dal suo senso artistico anche dal suo senso civile, nel 1966, a novembre, contattato dai suoi "vecchi" amici fiorentini si recò per circa 1 mese per prestare la propria opera come restauratore in seguito alla famosa alluvione.
Un ulteriore testimonianza del suo valore di artista sta nella dedica della brochure che 1972 lo scultore ennese Gesualdo Prestipino gli fece in occasione della sua 3^ personale di pittura.
L'amore di Filippo Mingrino per la sua città è testimoniato da alcuni suoi disegni che mostrano Enna com'era prima della sua elevazione a provincia.
Abbiamo così, grazie a lui, la possibilità di vedere, per esempio, Piazza Prefettura prima del 1924.
Come aveva fatto con molti suoi concittadini, Filippo amorevolmente guiderà la mano al disegno e alla pittura alla figlia Rosalinda e poi alla nipote Alesssandra, fino a quando il 7 novembre 1988 ritorna accanto al padre ed alla madre.