Giornata della Dante - Il Campanile Enna

Vai ai contenuti

Giornata della Dante

Pubblicazioni > presentazione libri > eventi dante alighieri

La Giornata della Dante

“All’ombra di Dante – Presenza dell’autore della Commedia nella Poesia del  '900”
conferenza di Salvatore Ferlita



Celebrata la “Giornata della Dante” nella chiesa delle Anime Sante.

Salvatore Ferlita, giornalista e scrittore, critico letterario e docente di letteratura contemporanea presso l'Università degli Studi di Enna Kore, ha piacevolmente intrattenuto il pubblico in occasione dell’annuale celebrazione della “Giornata della Dante”, avvenuta mercoledì scorso  nella splendida chiesa barocca delle Anime Sante del Purgatorio di Enna, promossa nell’ambito della “Festa del Libro”. L’oratore, che scrive su “La Repubblica” e su prestigiose riviste letterarie, ha affrontato il pertinente tema “All’ombra di Dante – Presenza dell’autore della Commedia nella Poesia del  '900”, in una dotta conferenza, attentamente seguita dai presenti. A Rocco Lombardo, presidente della locale “Società Dante Aligheri”, il compito di presentare il prof. Ferlita che “possiamo annoverare – ha detto - tra gli amici della ‘Dante’, in particolare di questo Comitato e, per motivi affettivi, anche della nostra città”. Nei vari secoli, il mondo letterario ha avuto amore e odio per il sommo Poeta. “Tra il ‘400 e il ‘500 - ha affermato l’oratore – la commedia di Dante fu quasi oscurata, nei secoli rinascimentali venne rivalutata e nel ‘900 è stata enfatizzata”. “Il Novecento, quindi, è il secolo della riscoperta di Dante: si studia, si commenta, i suoi versi s’imparano a memoria, Dante per tutti noi è diventato quasi un’ossessione”. Quindi il Ferlita ha tracciato significativi parallelismi tra la Commedia di Dante Alighieri e alcuni poeti e scrittori del secolo scorso, quali  Mario Luzi, Giorgio Caproni, Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, Salvatore Quasimodo, Gabriele D’Annunzio, Primo Levi, gli anglosassoni Whitman e Eliot, il russo Mandel’stam e altri. Nel corso della conferenza, sono state lette poesie dalle attrici Ivana Antinoro, Lina La Porta, Dora Milanesi, Rosaria Verdino, tutte componenti della compagnia “Il Loggione” diretta da Salvatore Spedale. Prima della conclusione dell’incontro, lo stesso oratore ha letto alcuni passi tratti dalle pagine di “Se questo è un uomo” di Primo Levi, molto toccanti, perché il romanzo dello scrittore piemontese è drammaticamente ambientato in un campo di sterminio nazista. Si è registrata la presenza del socio della “Dante”, Fenisia Mirabella, la quale ha portato i saluti di tutto l’entourage organizzativo della “Festa del Libro”. Dopo i meritati applausi del pubblico rivolti al conferenziere e alla compagnia teatrale “Il Loggione”, Rocco Lombardo ha ringraziato le attrici per le letture e il rettore dell’Arciconfraternita Ferdinando Scillia per l’ospitalità. Al relatore Salvatore Ferlita, oltre ai dovuti ringraziamenti per la sua disponibilità, è stato donato, a nome del Comitato ennese della “Dante, un prezioso volume sul nostro territorio.

Salvatore Presti




A Salvatore Ferlita, docente di letteratura italiana contemporanea all’università Kore, l’incarico da Rocco Lombardo, presidente della locale “Dante Alighieri”, di commemorare il nostro maggiore poeta a cui è intestata l’associazione che diffonde e promuove la cultura italiana in patria e all’estero.
Nella chiesa delle Anime Sante Ferlita ha trattato: “All’ombra di Dante. Presenza dell’autore della Commedia nella poesia del ‘900”.
Grandi poeti nostrani come Mario Luzi, Giorgio Caproni, Eugenio Montale sono stati indicati per il loro legame culturale con Dante, accanto a grandi stranieri come Whitman, Eliot, Mandel’stam ed altri ancora.
Nel corso della relazione sono state lette poesie dalle attrici Ivana Antinoro,  Lina La Porta, Dora Milanesi, Rosaria Verdino, della compagnia Il Loggione, il cui direttore artistico è Salvatore Spedale.
A conclusione il relatore stesso ha letto una pagina di epica drammaticità, tratta dal miglior romanzo di Primo Levi “Se questo è un uomo”, in cui in un campo di concentramento nazista i versi del XXVI canto dell’Inferno dantesco (l’orazione di Ulisse ai suoi marinai per spronarli ad osare andando oltre: “Nati non foste a viver come bruti…”) rappresentano, nella più miserabile delle condizioni, lo sforzo di preservare dall’abominio e dalla prevaricazione un barlume di umana dignità, rivendicando la propria libertà interiore.  (*AMDF*)  Anna Maria De Francisco



Torna ai contenuti