I Decreti di Entella
Storia di Enna
post inserito il 7 giugno 2015. Editing F.Emma.
I decreti di Entella
storia di amicizia e solidarieta' tra i popoli
Dal passato una grande lezione di SOLIDARIETA' , ACCOGLIENZA, FRATERNITA'
Gli abitanti di Entella ringraziano i cittadini dell'antica Henna e delle altre città
sorelle per l'ospitalità e gli aiuti ricevuti durante e dopo la prima guerra punica
Il recupero delle tavole di bronzo riportanti i cosidetti decreti di Entella, ci testimonia l'importanza della ricerca archeologica per lo studio delle nostre radici storiche e ci testimonia come dal passato ci possono giungere grandi lezioni di umanità e civiltà, altrimenti perdute.
Nei decreti, il popolo di Entella, dopo avere perso tutto a causa di una guerra, ringrazia a perenne memoria gli abitanti delle città, tra cui Enna, che l'hanno accolto e sostenuto nel momento della diaspora.
Per anni abbiamo permesso la dispersione e la distruzione del nostro patrimonio storico-archeologico, se i decreti di Entella ci riempiono di orgoglio per la saggezza dei nostri padri, allo stesso tempo ci fanno riflettere su quanto abbiamo perso in termini di conoscenza e di crescita morale e spirituale e su quanto poco saggi siamo noi oggi.
La documentazione riportata nel post è tratta dal sito del "Laboratorio di Scienze della Antichità dell'Università di Pisa" che ha condotto il recupero e la ricerca sui Decreti di Entella. (http://lsa.sns.it/index.php?id=109).
Il filmato, prodotto dalla "Gasman production", è di Gasparre Mannoia.
E' possibile trovare il filmato integrale all'indirizzo:
https://www.youtube.com/watch?v=LBafBvLxuh8
I Decreti da Entella
Il Laboratorio di Scienze dell'Antichità dell'Università di Pisa nel 2001 ha organizzato una Mostra (consistente in 29 pannelli espositivi e 4 calchi) che si proponeva di fare il punto in merito alle note iscrizioni greche su tavolette bronzee trafugate e finite sul mercato antiquario («i decreti di Entella e Nakone»), inserendole nel contesto storico e archeologico delle due città che li hanno emanati, i centri di Entella e Nakone, originariamente abitati dalla popolazione locale, gli Elimi, e poi occupati dai mercenari Campani.
La Mostra era dedicata alla memoria di Giuseppe Nenci, Direttore del Laboratorio dal 1984 al 1999 che si era occupato della trascrizione del gruppo di iscrizioni greche su tavolette bronzee provenienti dalla Sicilia ma finite sul mercato antiquario. I visitatori ebbero così modo di esaminare i testi e la traduzione dei decreti.
Tutti i decreti hanno a che fare con il ritorno in patria degli abitanti e la riorganizzazione della città ('sinecismo', nell'accezione più recente del termine). I decreti hanno consentito di delineare una vicenda storica che vede - in coincidenza con l'intervento romano - la riduzione dei poteri dell'assemblea cittadina (la halia) che si allinea completamente alle proposte del consiglio (la boule). Il recupero ha assunto talvolta forme romanzesche: si pensi che una delle tavolette fu restituita in forma anonima presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. I segni di corrosione visibili sulle tavolette indicano che giacevano l'una sull'altra formando tutte (decreto di Nakone compreso) un unico complesso. Il difficile problema della datazione dei decreti sembra ormai avviato a risoluzione, dato che gli indizi di maggior peso inducono a pensare agli anni della prima guerra punica (264-241 a. C.) o quelli immediatamente successivi. Sia Entella che Nakone erano ormai popolate dai discendendi dei mercenari campani che si erano impadroniti di queste città. La mostra ha offerto inoltre un quadro delle istituzioni di entrambi i centri, dei culti e degli edifici, dell'onomastica), della lingua del calendario e della metrologia.
La Sicilia occidentale dall’età arcaica alla metà del III sec. a.C. rappresenta il punto di incontro di realtà etniche e culturali diverse, che hanno dato vita a rapporti e interrelazioni complesse e problematiche. Il suo territorio è costellato infatti sia da empori fenicio-punici e fondazioni coloniali greche, ubicati lungo le coste settentrionali, occidentali e meridionali dell’isola, sia da centri abitati da popolazioni locali, di origine sicana ed elima, che sono dislocati alle spalle delle fasce costiere e nelle zone interne. In un’epoca non ancora perfettamente identificata ma che secondo molti studiosi dovrebbe coincidere con la prima guerra punica, gli abitanti di Entella, città arroccata presso l'attuale Contessa Entellina (PA), furono costretti ad abbandonare la propria città per almeno una decina d’anni. Un gran numero di loro fu fraternamente accolto ed ospitato nell’antica Henna. Quando poi poterono ritornare a casa dopo il lungo esilio, gli Entellini non dimenticarono il trattamento ricevuto dagli Ennesi e ad essi dedicarono quanto è scritto in una tra le 8 tavolette di bronzo definite "I decreti di Entella": | |||
+ Entella A2 - riguardante gli Ennesi | “Sotto gli arconti Artemidoros figlio di Eielos e Gnaios figlio di Oppios, il primo del mese di Panamos. Poiché da sempre gli Ennesi ci sono benevoli (sia fino a quando eravamo nella nostra terra sia dopo che dalla nostra terra fummo cacciati e privati di una sede fissa), invitandoci e accogliendoci sia nella città sia nel territorio, è stato deciso dal consiglio e dall’assemblea che essi godano per sempre di benevolenza e di isopolitia con il popolo degli Entellini. Questo decreto gli arconti pongano nel bouleuterion dopo averlo fatto incidere su tavola di bronzo”. (bouleuterion: edificio sede della boule o “consiglio”. Compare come luogo di pubblicazione, mediante affissione, nei decreti che recano gli arconti come magistratura eponima. isopolitia: concessione della cittadinanza da parte di uno Stato greco a una comunità nel suo complesso) | ||
ENTELLA: LA CITTÀ Le rovine di Entella - riportate alla luce dagli scavi del Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia della Scuola Normale Superiore di Pisa - sorgono sul pianoro sommitale di Rocca d’Entella, ad Ovest del ramo sinistro del fiume Belice, l’antico Crimiso. I resti visibili più cospicui appartengono soprattutto a due fasi della lunga vita della città, quella di prima età ellenistica (IV-III sec. a.C.) - la fase dei decreti - e quella medievale (XII-XIII sec.), ma sono noti anche contesti di età tardoarcaica, classica e romana, nonché tracce di insediamento di epoca preistorica. Le prime evidenze di una urbanizzazione del sito sono di età tardoarcaica e classica (fine VI-V sec. a.C.): risalgono a questo periodo tratti della cinta muraria – con le sue porte e le sue torri –, i resti imponenti di un edificio di culto e tracce di una capanna nel vallone orientale, fornaci per ceramica ed una cava di gesso in area extraurbana, ad Ovest della necropoli A. | I MERCENARI ITALICI IN SICILIA I Campani popolavano Entella intorno alla metà del III sec. a.C., al tempo delle vicende evocate nei decreti. Erano i discendenti dei 1200 mercenari - membri di un’aristocrazia equestre che, già al soldo di Cartagine e di Dionisio I, verso la fine del V sec. a.C. si erano insediati nella città elima e, dopo un breve periodo di convivenza con la popolazione locale, ne avevano preso possesso (stando al colorito racconto della nostra unica fonte, Diodoro Siculo) massacrando i cittadini maschi adulti e unendosi alle loro donne. | ||
Entella, posta in posizione strategica a controllo dell’accesso alla Sicilia punica, fu coinvolta nelle guerre tra Siracusani, Cartaginesi e poi Romani per tutto il IV sec. a. C. e poi fino alla prima guerra punica. Di conseguenza anche il suo territorio dovette subire scorrerie e devastazioni dagli effetti più o meno permanenti, anche se Diodoro cita esplicitamente il territorio entellino soltanto in riferimento all’episodio del 345 a. C., quando i Cartaginesi di Annone “in primo luogo voltisi contro Entella, ne misero a ferro e fuoco il territorio e strinsero d’assedio gli abitanti”. | |||
IL PROBLEMA DELLA DATAZIONE A quanto risalgono i decreti? Tra il IV - III secolo a.C. o a dopo la prima guerra punica (264 a.C.) Il problema della datazione assoluta dei decreti è particolarmente controverso. Dai testi è grosso modo ricostruibile questa serie di eventi: una «guerra contro i Cartaginesi»; una fase di espulsione degli Entellini dalla loro città; una fase di reinsediamento, costituita dal rientro e dal «sinecismo», e cioè dalle operazioni di ripopolamento e ricostruzione. Dai decreti C2 e C3 il rientro risulta recente; inoltre i decreti A1, B1 e C1 sono in onore di chi ha contribuito al sinecismo. Fin dai primi studi si sono delineati due orientamenti di fondo: l’uno colloca i documenti nell’età preromana, fra il IV e gli inizi del III sec. a.C.; l’altro dopo la penetrazione delle armi romane in Sicilia con lo scoppio della I guerra punica (264 a.C.). I sostenitori della prima tesi facevano notare che la situazione politico-militare presupposta dai decreti vede da un lato alcune città siciliane e dall’altro Cartagine, senza che Roma sia mai nominata; la distruzione di Gela del 282 a.C. era inoltre considerata un terminus ante quem, visto che questa città (cf. il decreto C3) presta un valido aiuto a Entella. Un nuovo elemento è ora fornito dalla probabile individuazione archeologica dei livelli di distruzione da connettere con la presa romana di Makella (260 a.C.). Questa città compare nel decreto A1 tra i fornitori di grano che aiutarono Entella per il sinecismo; sembra a questo punto improbabile che ciò potesse avvenire immediatamente a ridosso del 260 a.C. | La tesi più accreditata I sostenitori dell’altra tesi, quella dell’età romana, avevano dalla loro parte il nome dell’epimeletas del decreto B1, «Tiberio Claudio figlio di Gaio, anziate» (identificabile con un praefectus civitatis, governatore militare inviato da Roma), e la presenza di un «Minatos Corvios, mamertino» nell’iscrizione A1: di Mamertini, infatti, si comincia a parlare dal 287-5 a.C. circa, e cioè da quando i mercenari campani già al servizio di Agatocle occupano Messina, assumendo quel nome. La distruzione di Gela del 282 a.C. non è un grosso ostacolo per la tesi romana, perché la comunità dei Geloi continua a esistere anche dopo quella data (a Phintias). Invece la designazione di «mamertino», se è come sembra un etnico, costituisce una più seria difficoltà per chi scelga una datazione alta. Quest’ultima è stata difesa con impegno e non ha certo mancato di adesioni, ma nel complesso è stata accolta meno bene dell’altra. | ||
Tabella cronologica degli eventi in Sicilia dal 406/5 al 215 a.C. 406/5 Spedizione cartaginese: viene conquistata Agrigento. > 404/3 mercenari campani già al soldo dei Cartaginesi e poi di Dionisio I, tiranno di Siracusa, si insediano a Entella. > 397-392 seconda guerra fra Dionisio I e i Cartaginesi: viene riconosciuto il dominio del tiranno in Sicilia, a parte le aree puniche ed elime e alcuni centri sicani. > 388 battaglia del fiume Elleporo: vittoria di Dionisio I sulla Lega Italiota. > 379-374? terza guerra fra Dionisio I e i Cartaginesi: Imera e il fiume Alico segnano il limite fra il dominio greco e quello cartaginese nell’isola. > 345/4 approfittando del vuoto di potere dopo la morte di Dionisio, Cartagine organizzauna grande spedizione al comando di Annone, il cui primo obiettivo è Entella. > 344 su sollecitazione degli avversari di Dionisio II (facenti capo a Iceta, tiranno di Lentini), un esercito al comando di Timoleonte viene inviato a Siracusa dalla madrepatria Corinto. > 341? grande vittoria di Timoleonte su Cartagine nella battaglia del Crimiso. > 339 pace di Imera: viene ripristinata la linea di frontiera tra Greci e Cartaginesi al fiume Alico. > 311 attacco di Agatocle, strategos autokrator a Siracusa, ad Agrigento: s’inizia un nuovo scontro con Cartagine. > 306 pace fra Agatocle e Cartagine, con ripristino della frontiera al fiume Alico. Si consolida il potere di Agatocle, che ha assunto il titolo di re. > 278-276 Pirro in Sicilia: nell’avanzata contro i Cartaginesi conquista Selinunte, Alicie, Segesta, Erice, Heirkte e assedia Lilibeo. > 275 Ierone II diventa strategos autokrator a Siracusa, minacciata dai Mamertini. > 270 intesa fra Ierone II e i Romani durante l’assedio di Reggio. > 265? sul fiume Longano Ierone II sconfigge i Mamertini, che avevano esteso la loro area d’influenza nella valle del Simeto e ad Alesa, Tindari e Abaceno. > 264-241 Prima guerra punica. > 264 il console Appio Claudio stringe un accordo con i Mamertini: a Messina si installa un presidio romano e si rompe l’intesa fra Roma e la Siracusa di Ierone II. > 263 quattro legioni romane sbarcano a Messina per attaccare Ierone II, che sceglie di accettare le condizioni poste da Roma. Si stipula un trattato: Roma riconosce l’autonomia dello Stato siracusano (che comprende Taormina, Nasso, Lentini, Megara Iblea) riservandosi la libertà di navigazione nello Stretto. > 263/2 Segesta e Alicie passano a Roma. > 227 la Sicilia diventa provincia romana. > 218-201 Seconda guerra punica. | |||
LE ISTITUZIONI Come in tutte le città greche, anche ad Entella e Nakone, città di origine non greca ma profondamente ellenizzate, le sedi della deliberazione politica sono il consiglio (boula), cioè un consesso ristretto a base rappresentativa, ma sulla cui composizione non possediamo nel caso specifico alcuna informazione, e l’assemblea di tutti cittadini di pieno diritto, che qui, come in molte altre città siciliane, si chiama halia. Il formulario dei decreti, detti haliasmata, presenta molteplici punti di contatto sia con il mondo siceliota che con una koine ellenica segnata dall’esperienza democratica ateniese. Il consiglio svolgeva il lavoro preparatorio e predisponeva il testo o uno schema del decreto mentre all’assemblea, che si riuniva con minore frequenza del consiglio, spettava l’approvazione finale. Come nella maggior parte delle poleis di età ellenistica, le deliberazioni degli Entellini hanno come oggetto soprattutto gli onori e i privilegi, fra i quali spiccano la prossenia (chi ne era insignito si rendeva utile agli stranieri originari della città che gli aveva accordato il titolo di prosseno) e l’isopolitia (con la quale si diventava potenziali cittadini di una polis diversa da quella di appartenenza), concessi a intere comunità o singoli individui che si sono resi benemeriti nei loro confronti. Essi si rivelano un prezioso strumento di relazioni interstatali nel contesto delle drammatiche vicende che segnano la storia della città intorno alla metà del III sec. a.C. | Nei decreti da Entella C1, C2 e C3 il luogo d’esposizione del decreto è il santuario di Hestia; negli altri documenti, compreso il decreto Nakone A, il luogo di esposizione è la sede delle riunioni del consiglio, il bouleuterion. | ||
I CALENDARI Le formule ufficiali con cui viene indicata la data di ratifica da parte dell’assemblea di decreti proposti dal consiglio forniscono indicazioni sui calendari in uso a Entella e Nakone. Non potendo individuare corrispondenze precise tra il nostro calendario e quelli dei decreti, si può solo supporre che il mese di Euerneios (“dai bei germogli”) si ponga nella primavera avanzata; se la ratifica dell’assemblea avviene dopo la proposta del consiglio, allora il mese di Eumenideios precede immediatamente Euerneios, collocandosi all’inizio della primavera (e del resto le Eumenidi, tutelari sia dei legami di sangue che della fertilità, possono ben essere celebrate nella stagione primaverile). Il mese di Panamos non ha una collocazione precisa, anche se lo si trova spesso tra i mesi estivi. Quanto infine al mese Adonios del calendario di Nakone, è possibile che anch’esso fosse un mese estivo, dato che le feste in onore di Adone si celebravano in genere tra giugno e luglio. I mesi traevano il nome anche da culti di cui, proprio in quel periodo dell’anno, ricorreva localmente la festa; non è quindi da escludere che il mese Eumenideios ad Entella sia collegato ad un culto delle Eumenidi, attestato nell’Argolide in età ellenistica, a Colono, a Cirene, nonché a Selinunte nella lex Sacra (prima metà V sec. a. C.). Un mese Adonios, a Nakone come a Iasos, viene invece connesso al culto di Adone e quindi ricondotto a influenze semitiche, dirette o indirette, evidentemente radicate nella Sicilia occidentale. | |||
L'AIUTO DELLE CITTA' AD ENTELLA Quando fu ripopolata e riorganizzata Entella, con il ritorno dei profughi e dei prigionieri ed il «sinecismo», alcune città siciliane ed alcuni privati fornirono un aiuto in cereali e denaro. Uno dei decreti (A1) concede benevolenza, parità di diritti, invito ai giochi e proedria alle città che hanno fornito cereali; si dà inoltre la prossenia a quei privati che hanno fatto lo stesso. La lista che compare nella seconda parte del decreto è piuttosto breve. Troviamo infatti solo quattro città o comunità, cioè Petra, Kytattara, Schera, Makella, e sei privati di Petra (di cui uno è qualificato dall’etnico come mamertino). Le quantità sono piuttosto limitate ma il decreto proclama, enfaticamente, che così essi «alla scarsità di grano sostituirono eueteria, abbondanza, annata buona». Malgrado alcune incertezze nella lettura e nell’interpretazione dei numerali, si arriva a calcolare un quantitativo sufficiente a nutrire un migliaio di persone per due mesi. In termini di peso per il grano otteniamo una cifra di oltre 328, 54 quintali. Per l’orzo arriveremmo a circa 40 quintali. Dal punto di vista più generale, notiamo che i cereali giunti agli Entellini sono in parte frutto di un dono (dorea) ed in parte di forniture evidentemente a pagamento. Il motivo per cui si fece ricorso a questi contributi in granaglie è indicato come endeia sitou, carenza di grano (o di cibo). È un’espressione ricorrente nel mondo greco, riferibile ad un complesso di circostanze che vanno dalla carestia vera e propria, conseguente a mancata produzione, alla semplice indisponibilità di cereali in un dato momento, dovuta ai motivi più diversi. Nel nostro caso non si tratta necessariamente di una crisi agricola generale e si è pensato alle conseguenze della guerra (citata espressamente nel decreto C2), che dovrebbe essere proprio la Prima guerra punica. Trattandosi del ritorno dei profughi nell’antica sede e, in sostanza, della rifondazione della città abbandonata è evidente che i cittadini avevano bisogno di un aiuto alimentare nel periodo iniziale e anche di sementi per i campi da coltivare di nuovo dopo l’abbandono. Dono e forniture a pagamento erano quindi necessari, a maggior ragione se si era ancora nel corso della guerra o immediatamente dopo. Che si fosse passati da carenza di grano ad abbondanza può essere solo un’espressione enfatica del testo, ma può facilmente corrispondere alla realtà se i terreni sono tornati subito a produrre grano ed orzo in abbondanza. | |||
LE CITTÀ RICORDATE NEI DECRETI Nei sette decreti relativi alla città di Entella sono citate nove città della Sicilia centrale e occidentale, alcune delle quali identificate, altre di ubicazione incerta o ignota. Nei decreti A2, A3, C1, C2, C3 compaiono rispettivamente Enna, Segesta, Assoro, Herbita, Gela, che offrono a Entella aiuti di diverso genere, mentre nel decreto A1 sono menzionate insieme, forse a sottolineare anche una vicinanza geografica, Petra, Kytattara, Schera e Makella, che forniscono tutte, in diversa quantità, contributi in grano e orzo. Le nove città erano ancora vitali in età romana, dal momento che tutte sono ricordate da Plinio: Segesta come città di diritto latino, le altre come stipendiarie. | HERBITA MAKELLA ENNA KYTATTARA ASSORO SEGESTA PETRA GELA SCHERA | ||
EDIFICI E CULTI RIPORTATI NEI DECRETI Secondo una prassi comune nel mondo greco i decreti e gli atti pubblici - redatti su supporti di materiale deperibile - erano destinati alla conservazione negli archivi delle città; esemplari identici agli originali, incisi su pietra o lamine o tavole di bronzo, erano invece destinati alla pubblicazione in edifici o luoghi accessibili all’intera comunità dei cittadini. Il formulario dei decreti riporta precise disposizioni in merito agli edifici destinati alla loro esposizione, documentando così la sicura presenza nella città del bouleuterion (A1-A3 e B1) e del tempio di Hestia (C1-C3), un dato che va ad arricchire le conoscenze sugli aspetti urbanistici e ‘culturali’ dell’Entella ellenistica. Non essendo stato possibile rinvenire il bouleuterion di entella, i bouleuteria rinvenuti ad Agrigento, Iaitas, Segesta, Morgantina e Solunto - a cavea semicircolare completa o spez- zata, con portico antistante - ce ne danno comunque un esempio significativo. Problematica anche l’ identificazione del tempio di Hestia, dea del focolare (hestia) domestico e pubblico, il cui culto viene praticato spesso all’interno di bouleuteria e soprattutto di prytaneia - sedi del focolare della città - e le cui specifiche caratteristiche sono di difficile identificazione. La testimonianza dei decreti mette comunque in risalto l’importanza di questo culto all’interno della comunità di Entella. Questo ruolo di divinità tutelari dell’integrità dell’oikos - unito a quello che le collega all’ambito della fertilità - sembra ben inquadrarsi nel processo di ricomposizione del corpo civico e di ripresa della vita nella città; così come il culto di Hestia, nume tutelare del focolare e dell’essenza stessa della comunità ‘politica’ nel mondo greco, acquista un significato pregnante nel contesto del sinecismo e della rifondazione di Entella. | Ricostruzione del Bouleuterion di Mileto a sn. Hestia accanto a Demetra | ||
ENTELLA C1 Sotto lo ieromnamone Leukios figlio di Pakkios, il ventisei del mese di Eumenideios. [Fu deciso] dall’assemblea conformemente alla decisione del consiglio: dal momento che in precedenza è esistita una isopolitia fra noi e gli Assorini, e similmente anche ora che stiamo ripopolando la città essi per quanto possono ci rendono servigi, si approvi che il popolo degli Entellini abbia con gli Assorini l’isopolitia esistente da principio, l’amicizia e la benevolenza, e che essi siano invitati ai giochi. Questo decreto gli arconti pongano nel santuario di Hestia dopo averlo fatto incidere su tavola di bronzo, affinché diventi ricordo per i posteri della benevolenza e isopolitia esistenti verso gli Assorini. | ENTELLA C2 Sotto lo ieromnamone Leukios figlio di Pakkios, il ventisei del mese di Eumenideios. Fu deciso dall’assemblea conformemente alla decisione del consiglio: poiché gli Erbitesi, quando precedentemente abitavamo questa città, essendo sorta una guerra contro i Cartaginesi, portarono aiuto alla nostra città e furono fedeli al giuramento, e similmente anche ora da quando abitiamo la città rendono manifesto che sono memori dell’amicizia e della benevolenza verso di noi, si approvi la decisione di porre nel santuario di Hestia, dopo averla incisa su tavola di bronzo, la benevolenza e alleanza militare esistente fra noi e gli Erbitesi, e di invitarli ai giochi e di sacrificare insieme ad essi, per rendere manifesto ai posteri che serbiamo memoria di coloro che alla nostra città hanno reso servigi. | ENTELLA C3 Sotto lo ieromnamone Leukios figlio di Pakkios, il ventisei del mese di Eumenideios. Fu deciso dall’assemblea conformemente alla decisione del consiglio: poiché i Geloi, quando precedentemente abitavamo questa città, essendo sorta una guerra contro i Cartaginesi, portarono aiuto alla nostra città con cavalieri e fanti, furono fedeli al giuramento e conclusero un’alleanza militare, e similmente anche ora da quando abitiamo la città rendono manifesto che sono memori dell’amicizia e della benevolenza verso di noi, si approvi la decisione di porre nel santuario di Hestia, dopo averla incisa su tavola di bronzo, la benevolenza e alleanza militare esistente fra noi e i Geloi, e di invitarli ai giochi e di sacrificare insieme a loro, per rendere manifesto ai posteri che serbiamo memoria di coloro che alla nostra città hanno reso servigi. | |
ENTELLA A3 Sotto gli arconti Artemidoros figlio di Eielos e Gnaios figlio di Oppios, il primo del mese di Panamos. Poiché da sempre i Segestani ci sono benevoli (sia fino a quando eravamo nella nostra terra sia dopo che ne fummo cacciati), e allorché vennero catturati molti dei nostri, uomini e donne, essi per quanto possibile vennero loro in aiuto affinché tornassero presto in salvo nella loro città, è stato deciso dal consiglio e dall’assemblea che essi godano per sempre di benevolenza e di isopolitia con il popolo degli Entellini. Gli arconti pongano questo decreto nel bouleuterion dopo averlo fatto incidere su tavola di bronzo. Glossario Hestia: dea del focolare della città. Nelle città greche il suo culto può essere praticato all’interno dell’edificio pubblico detto “pritaneo” o di altre strutture pubbliche, oppure godere di una propria autonomia. Nel caso di Entella il santuario di Hestia sembra essere un edificio di rilievo nella vita civica della comunità, tanto da essere previsto come luogo di pubblicazione di alcune tavolette (quelle che recano lo ieromnamone come magistratura eponima). ieromnamone: carica sacerdotale diffusa in molte parti del mondo greco, con funzioni variabili; in alcuni casi, come qui , rappresenta la magistratura eponima. Non è chiarissimo il rapporto con i due arconti che compaiono negli altri decreti di Entella. Gli arconti potrebbero appartenere a una fase di transizione istituzionale, quella del sinecismo ancora in atto; poco dopo potrebbe essere stata ripristinata la tradizionale magistratura a carattere religioso. isopolitia: concessione della cittadinanza da parte di uno Stato greco a una comunità nel suo complesso. | ENTELLA B1 Sotto gli arconti Kipos figlio di Soios e Theodoros figlio di Mamos, il trenta del mese di Eumenideios. Fu deciso dal consiglio: poiché Tiberio Claudio figlio di Gaio, anziate, posto come soprintendente alla nostra città, ha offerto molti e grandi servigi alla comunità e in ogni occasione ha prestato efficacemente la propria opera per il sinecismo della città, si approvi che lui e i suoi figli siano prosseni del popolo degli Entellini, affinché anche gli altri sappiano che il nostro popolo sa rendere adeguati ringraziamenti ai benefattori. Questo decreto gli arconti pongano nel bouleuterion dopo averlo fatto incidere su tavola di bronzo. Fu deciso dall’assemblea il quattro del mese di Euerneios. Glossario bouleuterion: edificio sede della boule o “consiglio”. Compare come luogo di pubblicazione, mediante affissione, nei decreti che recano gli arconti come magistratura eponima. prosseno: rappresentante scelto da una comunità politica all’interno di un’altra per curarvi i propri interessi. sinecismo : termine che definisce fenomeni diversi fra loro per cause e modalità, ma tutti ugualmente inerenti alla costituzione o ricostituzione di una polis; Nel caso dei decreti di Entella il termine indica la rifondazione della città, intesa come ripopolamento, ricostruzione e riorganizzazione politico-istituzionale. proedria: privilegio del posto in prima fila. In questo caso l’invito “ai giochi e alla proedria” è una formula che va intesa in senso unitario (endiadi): invitare “ad assistere ai giochi occupando i primi posti”. | ENTELLA A1 Sotto gli arconti Artemidoros figlio di Eielos e Gnaios figlio di Oppios, il primo del mese di Panamos. Poiché alcune città recarono aiuto per il sinecismo della città con grano – le une facendone dono alla città, le altre fornendolo – e mostrarono grande benevolenza verso il popolo degli Entellini e alla scarsità di grano sostituirono l’abbondanza, è stato deciso dal consiglio che quante fra le città recarono aiuto con grano o con denaro o con altro per il sinecismo della città godano per sempre di benevolenza e di isopolitia con il popolo degli Entellini; che siano invitati ai giochi e alla proedria; che i privati che aiutarono la città con grano per il sinecismo siano prosseni della città degli Entellini, essi e i loro figli. Ciò è stato deciso anche dall’assemblea. La comunità dei Petrini fornì 250 (?) medimni di grano. La comunità dei Kytattarinoi ne diede in dono 60 di grano e 50 + (?) di orzo. La comunità degli Scherini ne diede in dono 30 di grano e 30 di orzo. La comunità dei Makellinoi fornì (?) medimni di grano. I cittadini privati di Petra che ne fornirono sono questi: Theodoros figlio di Praton, sanneio, 150 (?) medimni di grano; Aischylis figlio di Praton, sanneio, 120 (?) medimni di grano; Herakleios figlio di Herakleidas 100 (?) medimni di grano; Arimnastos figlio di Simos 50 medimni, Sosandros figlio di Ariston 50 medimni di grano; Minatos Corvios, mamertino, 30 medimni di orzo. Questo decreto gli arconti pongano nel bouleuterion dopo averlo fatto incidere su tavola di bronzo. |