La Chiesa delle Anime Sante - Il Campanile Enna

Vai ai contenuti

La Chiesa delle Anime Sante

I luoghi della memoria > Le Chiese di Enna
Descrizione storica di Mimmo Pregadio, descrizione delle opere d'arte di Rocco Lombardo, foto di Federico Emma e Paolo Mingrino

La CHIESA  DELLE ANIME SANTE

e L' ARCICONFRATERNITA
di Mimmo Pregadio


(da Scritti sulla Parrocchia San Tommaso Apostolo di Enna,
pubblicati da Don Filippo Marotta)



L’arciconfraternita delle Anime Sante del Purgatorio fu istituita il 9 Ottobre 1615 dal parroco di S. Bartolomeo, don Giacomo Pregadio. Il primo Statuto della confraternita fu approvato dal vescovo di Catania, mons. Bonaventura Secusio il 7 Febbraio 1616. Questi, inoltre, chiese al papa Paolo V che la congrega fosse aggregata alla Compagnia della Morte di Roma. Tale privilegio fu concesso con bolla papale il 22 Agosto 1616 e da allora i confrati godono delle stesse indulgenze e intercessioni dei loro confratelli romani e si fregiano dello stesso emblema che è un teschio con due ossa incrociate.







<  < il settecentesco portale disegnato da famoso architetto xibetano Agatino Daidone, risistemato nel 1842 assieme alla scalinata in seguito all'abbassamento del piano stradale.


Nell'immagine a sinistra
Don Giacomo Pregadio,
parroco di San Bartolomeo,
fondatore dell'Arciconfraternita,
in un disegno dal manoscritto
di Padre Giovanni dei Cappuccini















Nell'immagine a destra Don Giacomo Pregadio
in un ritratto posto in sacrestia.

L'undici Giugno 1665 il parroco Pregadio, con testamento rogato dal notaio Planes, Iasciò in dono tutti i suoi averi ai confrati, i quali, essendo uomini d'affari, impinguarono considerevolmente la rendita annua della confraternita. Avendo necessità d'ingrandire la cappella e visto soprattutto che questa si trovava verso la periferia della citta (attuale rione Fundrisi) i confrati decisero di acquistare un appezzamento di terra adiacente la chiesa di S. Tommaso e, tramite il sacerdote don Francesco Lambadura dei conti Fidotta, chiesero nel 1670 l’autorizzazione al vescovo di Catania, mons. Ottavio Branciforte. II 15 Gennaio 1671 ebbero inizio i lavori per la costruzione dell'attuale chiesa delle Anime Sante del Purgatorio. Don Lambadura, con atto rogato presso il notaio Sebastiano Lomia il 26 Aprile 1670, aveva rinunciato ai suoi diritti sulla chiesa in costruzione e, vent‘anni dopo, il 26 Aprile 1691, con testamento rogato presso il notaio Giacomo Bruno, lasciò tutti i suoi averi alla confraternita col compito di amministrarli a di celebrare ogni giorno una messa in suffragio dalle anime abbandonate.



Nel 1712 la congrega fu onorata dal vicerè di Sicilia dei titoli di " Venerabile" e di "Lata" e da allora fu chiamata "arciconfraternita". IL 6 Dicembre 1789 il re di Spagna Carlo IV Borbone decretò che il Comune cedesse le mazze d'argento con l’emblema della città all'arciconfraternita, per essere portate in processione sia il Mercoledì Santo (giorno in cui le spettava l’ora di adorazione in Chiesa Madre) che il Venerdì Santo. Tali mazze venivano condotte in processione dai mazzieri che vestivano mantelli rossi di tessuto damascato, una livrea di pizzo bianco, una ricca parrucca sul capo, guanti bianchi, calzettoni rossi e scarpe di vernice con fibbia d'argento. II rettore dell'arciconfraternita delle Anime Sante, detta anche "della Buona Morte" in quanto assisteva i condannati alla pena capitale, tra gli altri privilegi aveva anche quello di liberare da qualsiasi pena tre condannati il 2 Novembre di ogni anno.


Nel periodo risorgimentale è nota l'attività patriottica dei suoi confrati; tra di essi vanno ricordati i baroni Castagna, i conti D'Ayala, i marchesi di Terresena, i baroni Rosso, i baroni di Varisano, i baroni Pollicarini ed i marchesi Geracello. Per questo suo passato l'arciconfraternita era intesa per antonomasia come quella dei nobili.

Ai nostri giorni, coma recita l'articolo 4 dello Statuto approvato il 12 Marzo 1968, possono far parte dell’arciconfraternita tutti i cittadini di sesso maschile che professano la religione cattolica e che hanno superato il 15° anno di età. La qualità di confrate si assume all'atto della professione che non può avvenire prima che siano trascorsi almeno tre anni di noviziato. Il vestiario del confrate è composto da: camice bianco, visiera bianca trattenuta da corona di tralcio di vite intrecciata, scapolare nero, cingolo di filo nero portante sul lato sinistro una corona di rosario composta da dieci grani neri, una croce snodata nera ed infine il teschio di color nero, mantelletta nera recante a sinistra sul petto l’emblema del teschio con due ossa incrociate di color argento, pantaloni, scarpe, calze e guanti di color nero.




L'arciconfraternita ha Io scopo di divulgare la fede cristiana e di tenere vivo il culto dei morti, operando nel rispetto delle tradizioni e del dettato dalla Sacra Scrittura; mira a promuovere ogni azione rivolta all'incremento del patrimonio morale e religioso dei confrati ed allo svolgimento di una vita socialmente tendente ad opere di solidarietà cristiana. Dal 1943 opera in seno all’arciconfraternita la Conferenza San Vincenzo dei Paoli, fortemente voluta dall'allora rettore professor Sabastiano Savoca. Anch'essa ha sede nella chiesa delle Anime Sante del Purgatorio.



LA CHIESA DELLA ANIME SANTE


La storia della Chiesa delle Anime Sante coincide con le vicende dell'Arciconfraternita.
La Chiesa si trova lungo la via Roma, all'altezza della Piazza Francesco Paolo Neglia,  tra la chiesa di san Tommaso ed il Collegio di Maria.
La Chiesa edificata nel 1671, è stata oggetto di recenti restauri e gode di continua manutenzione,  ben mantenuta dai Confrati, che si sono impegnati nel tempo, a rispettarne al massimo la configurazione originale.
Purtroppo negli anni '60 è andato disperso il ricco e antico patrimonio documentale della Confraternita e della Chiesa, ma l'avere mantenuto i caratteri originali, dona alla Chiesa un fascino particolare sostenuto dalla presenza di importanti opere d'arte, quali il quadro sull'altare di Saverio Marchese, e gli affreschi sulla volta del Borremans.


Le opere d’arte e di devozione
Dei tanti manufatti artistici posseduti lungo i secoli dalla chiesa oggi ne restano diversi, distribuiti nella navata, nell’abside e nella sagrestia e locali annessi.

NAVATA
Nella navata si conservano:
- diverse opere lignee,  realizzate nel 1742 da Ignazio La Nocera e Filippo Bruno , tra cui il pulpito, i confessionali, vari candelieri.


Lato sinistro della navata
La pala sul primo altare a sinistra rappresenta San Felice di Valois, San Giovanni de Matha e San Raimondo di Penyafort che manifestano a Giacomo I d’Aragona l’intenzione di fondare l’Ordine dei Trinitari. L’opera è un  omaggio ai fondatori di un Ordine che si dedicava al riscatto dei prigionieri, perseguito anche a Enna dalla Confraternita delle Anime Sante.
sul secondo altare a sinistra:
-  un gruppo ligneo novecentesco scolpito da Giuseppe Stuflesser di Ortisei (BZ) rappresentante San Vincenzo de’ Paoli che consola dei derelitti.

A sinistra è presente
- un quadro raffigurante San Giuseppe, la cui  presenza si giustifica col fatto che il santo Patriarca era considerato protettore della buona morte.

sul terzo altare a sinistra:
- un gruppo scultoreo ligneo che rappresenta una Crocifissione con statue sei/settecentesche  che raffigurano a grandezza naturale il Crocifisso, l’Addolorata e  San Giovanni.
piccolo quadro esaltante l’Ordine dei Trinitari e dei Mercedari in cui è raffigurata la Madonna che protegge prigionieri in catene e consola anime purganti.
L'ordine dei Mercedari
Madonna col Bambino, che potrebbe rappresentare la  Madonna della Provvidenza, molto venerata dalle Confraternite siciliane delle Anime Sante

Tele lungo il lato destro della navata:

la pala posta sul primo altare a destra, che riproduce l’Immacolata attorniata dai Santi Vito, Francesco di Paola, Luigi Gonzaga e Caterina d’Alessandria.
la pala del secondo altare a destra, che raffigura La flagellazione di Cristo, posta significativamente dirimpetto al gruppo scultoreo della Crocifissione.
ABSIDE
Nel vano absidale, che conclude la navata ed ha la forma di mezzo decagono, si possono ammirare:

- l’altare maggiore, rivestito di vetri dipinti, eseguito nel 1846 dal piazzese Salvatore Accardi, autore pure dei due altari laterali, più semplici e solo lignei, posti nella navata;

- la grande pala che sovrasta l’altare centrale e che raffigura le Anime del Purgatorio, opera del pittore enense Saverio Marchese che la eseguì verso il 1850;
Sulle due pareti laterali si trovano due pitture: quella di sinistra, oggi molto deteriorata, conteneva dei piccoli medaglioni raffiguranti volti di personaggi collegabili alle vicende dell’ Arciconfraternita, disposti in modo tale da suggerire lo schema di albero genealogico; quello di destra rappresenta la scena del Giudizio finale, eseguita con colori tenui e delicati e purtroppo votata a deterioramento
La cacciata degli angeli ribelli
pavimento maiolicato ottocentesco
stucchi raffiguranti, a destra, cherubini reggicroce e,  a sinistra, angeli che alleviano le pene delle anime purganti

L'interno della chiesa è sormontato da una volta a botte, ornata da stucchi di gesso a figurazioni floreali, dove il pittore fiammingo Guglielmo Borremans inserì tra il 1720 ed il 1723, dipinte a fresco alcune scene raffiguranti :

La gloria della Madonna con Papa Urbano VIII
"Il trionfo della Fede"
"la cacciata degli angeli ribelli dal Paradiso"
Il Museo della Chiesa delle Anime Sante

Recentemente i Confrati hanno allestito in un locale adiacente alla Chiesa una esposizione di paramenti e oggetti sacri di cui molti risalenti al XVIII secolo.   


Torna ai contenuti