mappa 28
28 - Chiesa di San Marco: Nel XIV secolo, a seguito del proclama di Federico III d’Aragona, deliberato dal Parlamento di Castrogiovanni, viene fatto, agli ebrei, tassativo ordine di abitare fuori le mura cittadine "in luoghi distinti e separati dalle case dei cristiani". Così essi pur continuando a risiedere entro le mura, organizzati nel quartiere della Giudecca, hanno la loro "Timisia" – luogo di culto - la scuola ed il centro della loro comunità in una località fuori le mura " posta lungi l’abitazione dei cristiani, alla coda della montagna, in un punto rivolto a levante, che dagli arabi si disse Rabbato, per come tuttora si appella". E quando la Timisia, nel 1350, viene gravemente danneggiata a seguito di disordini tra diverse fazioni in lotta tra loro, gli ebrei chiedono di poter trasferire la loro "meschita", da fuori a dentro le mura cittadine ed ottengono la necessaria autorizzazione di "poter diroccare l’antica moschea, ovvero la sinagoga, situata fuori della città, per fabbricarne un’altra dentro l’abitazione, nel distretto della parroccia di s. Nicola de Plaza, vicino la casa di Benedetto Cibisi, di Mario Gingidone israeliti e il casalino di mastro Chino de Novello ed altri confini in detta contrada" dove i giudei "pro maiore ante habitant et morantur" nel sito dove ora sorge la chiesa e monastero di San Marco le Vergini. Nel 1492 un decreto di Ferdinando il Cattolico, sotto la spinta di pressioni economiche e politiche di notevole portata, obbliga gli ebrei, non convertiti al cristianesimo, a lasciare la Sicilia e il Regno. Subito dopo la loro espulsione, iniziano i lavori di costruzione della Chiesa, con annesso convento delle Carmelitane scalze, che viene dedicata a San Marco Evangelista. La struttura, a navata unica è riccamente lavorata. Notevole, per dimensione e ricchezza dei materiali usati è l’altare maggiore, la cui struttura lignea, rivestita in oro zecchino, è in perfetta armonia con la balconata del coro in stile barocco. Sopra di esso si può ammirare la famosa "Scalonata" custodia in legno finemente intagliata e dorata, del 1700, costituita da quattro gradini dove viene inglobato il Tabernacolo.
Rilevanti sono i quadri che adornano gli altari, commissionati al pittore Tommaso Sciacca di Mazara, raffiguranti "La Crocifissione, La Madonna del Carmelo e L’Immacolata". Interessante, dal punto di vista devozionale, è il "Bambinello di Praga" che le suore carmelitane hanno l’uso di cambiare di abbigliamento a seconda del periodo liturgico.
All’ingresso secondario della Chiesa è tumulata Madre Clelia De Renzis, la suora che, nel 1930, rifondò in Sicilia l’ordine delle carmelitane scalze.
Riprendendo la Via Roma a pochi metri sulla destra si trova Piazza Crispi meglio conosciuto come il Belvedere della città che consente allo sguardo di spaziare su un panorama di incomparabile bellezza