area sacra a Cerere - Il Campanile Enna

Vai ai contenuti

area sacra a Cerere

I luoghi della memoria > Rocca di Cerere

Post elaborato sulla base delle informazioni fornite dal Prof. Sandro Amata durante la visita guidata "Alla ricerca dell'antico santuario di Demetra e Persefone" nell'ambito delle manifestazioni "Enna medieval Re-Live" organizzata dalla Associazione Stella del Vespro.

Se Eleusi era il principale santuario di Demetra della Grecia,
ad Enna vi era il principale santuario del centro del mediterraneo.

L'area sacra a Demetra

Le Edicole in onore di Cerere (rielaborazione grafica F.E.)

Perchè ad Enna il culto di Cerere ?

Enna era una città indigena preestistente all'arrivo dei Greci in Sicilia. Già da secoli era stata  sede del culto della "Dea Madre" divinità femminile collegata alla fertilità dei campi e della natura in generale. Quando i coloni greci arrivarono in Sicilia portavano con se il culto di Demetra, di cui il santuario maggiore si trovava ad Eleusi. Demetra era il culto di tutto ciò che riguarda la vita e i suoi cicli ed era inserita in un sistema mitologico collegato ad altre divinità. La fertilità dei campi, il succedersi delle stagioni, tutto ciò che era insito nel concetto di "vita" era venerato in Demetra.


Il culto di Demetra era perfettamente sovrapponibile a quello della Dea Madre, già  consolidato ad Enna da secoli. L'ambiente e lo scenario dominato dalla Rocca, campi di grano a perdita d'occhio, davano già di per se una grande suggestione. Senza sforzo il culto antico ed il culto importato dalle nuove genti si integrarono: il culto ad Enna, il mito al lago di Pergusa.    

La Rocca di Cerere
vista
dal castello
di Lombardia

Dov'era il Tempio Di Cerere ?

La sommità di Enna e cioè tutta l'area corrispondente al Castello di Lombardia, Rocca di Cerere e pendici sottostanti, era consacrata al culto di Demetra e Persefone (Kore).
Diodoro siculo ci tramanda che il famoso e venerato tempio di Cerere, di cui oggi non sono rimaste  testimonianze, era situato nel "prato in alto pianeggiante e ricco di acque; all'intorno elevato e da ogni parte scosceso per i precipizi", questa descrizione corrisponderebbe all'attuale "Cortile della Maddalena" del Castello di Lombardia. Una foto dei primi anni '20 del secolo scorso, scattata nel suddetto cortile durante i lavori di scavo per l'interramento delle vasche dell'acquedotto municipale, ci mostra un operaio appoggiato ad un blocco di pietra perfettamente squadrato, alto quanto l'operaio stesso. Un blocco delle fondamenta del tempio ?

Ricostruzione dell'area del Tempio

Come era il Tempio ?

Non dobbiamo pensare al tempio come una struttura simile ai templi greci che ancora attualmente vediamo ad Agrigento o Selinunte, il classico monumento a pianta rettangolare con cella interna, la forte connotazione culturale delle popolazioni sicule dell’interno dell’isola interagì con le spinte innovative, provocate dalla venuta dei greci, anche nel campo delle architetture sacre.
Ancora oggi ciò che rimane dei santuari di Demetra e Core e delle divinità ctonie di Morgantina, Montagna di Marzo, Cozzo Matrice  e di altre numerose  città indigene,  ci  da  un  quadro  chiaro  di  quello  che  doveva  essere  l’edificio  sacro  per  gli indigeni dell’interno. Nei complessi sacri della Sicilia più interna e più "indigena" i templi erano costituiti dai vani disposti su due cortili; con gli elementi di carattere rituale, gli altari, sia allo scoperto che all’interno. Gli altari negli ambienti al chiuso atti a venerare  la  dea  Core,  quelli all’aperto per lo svolgimento delle funzioni in onore di Demetra.

Montagna di Marzo,
resti e ricostruzione del tempio

La Via Sacra

Il tempio principale doveva essere affiancato nelle zone circostanti da sacelli e santuari satelliti funzionali allo svolgimento dei riti. La presenza di un percorso sacro è attestata nelle fonti storiche, il suo sviluppo doveva comprendere il settore settentrionale che dalla  cittadella  sommitale  si estende  fino  alla  Rupe  di  Cerere e  alla valle sottostante.  

Sul percorso della processione sacra non si possono fare che ipotesi, tuttavia intorno all'area del Tempio abbiamo una serie di indizi ancora oggi leggibili.
Nel 1990 nel cortile un tempo riadattato a teatro, fu scoperta una scalinata monumentale scavata nella roccia che conduceva all'esterno del pianoro. Fu attribuita al periodo medioevale, ma la presenza di una tomba di epoca tardo romana, successiva alla scala, ci indica che la scala è molto più antica e presente già all'epoca del tempio. La scala in epoca bizantina fu ampliata ed è segnata con una Croce rinforzata ai lati tipica bizantina, si intravede anche il monogramma dello scalpellino che ha lavorato la roccia.   

Schizzo e foto della scala monumentale,

è visibile a sinistra sulla parete la tomba del V° secolo,

al centro il passaggio che porta all'esterno,

a destra la vasca che raccoglie l'acqua della sorgente

la tomba in dettaglio,

la sorgente con la vasca

Alla base della scala, a livello dell'accesso esterno, vi sono alcune evidenze che rendono l'area di particolare interesse.  Si tratta di due grotticelle adibite a tombe in età preistorica, e di una sorgente da cui scorre ancora l'acqua, che con un sistema di canalizzazione scavato nella roccia, allaga i pozzetti scavati all'esterno del castello, una canaletta, sempre scavata nella roccia,  portava l'acqua fino ad una grotta, oggi in gran parte interrata, sul lato del castello rivolto verso la città.

l'antro di accesso alla scala monumentale,
si intrave in alto l'ingresso delle tombe preistoriche
a botticella

I piccoli pozzetti rinvenuti nel 1996 (le foto antiche del castello mostrano la zona ricoperta da un terrapieno che li occultava), hanno varie forme e dimensioni, a spazi regolari sono presenti degli scassi come per contenere la base di pilastri.  

L'altura dove sorgeva il tempio non era circondata da mura, si poteva accedere dai vari lati e non vi era quindi la necessità di un tunnel. Verosimilmente questo era funzionale al rito.

i pozzetti,
la canilizzazione,
la grotta interrata

Ipotesi sul percorso

I pellegrini, provenienti da tutta la Sicilia, che giungevano nella valle alla base della Rocca, salivano il pendio incontrando già vari saccelli e altari sparsi lungo il cammino (tra cui la Grotta dei Santi) fino a che incontravano l'area delle edicole dove veneravano le varie divinità e facevano le offerte, dopo proseguivano fino al tunnel già descritto, dove la roccia trasudava acqua  e quindi vita. I pozzetti con l'acqua corrente permettevano le funzioni votive di purificazione, superato il tunnel ritornavano alla luce e proseguivano fino al tempio.

la parete rocciosa con le edicole
posta nel pendio a lato della Rocca di Cerere,
in fondo è visibile l'ingresso della grotta descritta nel testo

La processione sacra, interessava anche il tragitto lungo il perimetro esterno della roccia delle mura del castello, dove si possono leggere una serie di incisioni e manomissioni che ci riportano alla presenza del santuario.

Percorrere la "via sacra " dalla Grotta dei Santi alla zona delle Edicole,  presso cui  c’è una grotta che certamente aveva una funzione nello svolgimento dei culti , (corrispondeva al "Plutonion" , l'ingresso all'Ade, di Eleusi ?), dalla Rocca di Cerere, dove nelle incisioni del 1700 è visibile ancora un'ara,  al perimentro dell’attuale castello,  visitando i santuari satelliti delle divinità collegate, il santuario dell’acqua, ed infine giungere al Tempio in alto con la visione della colossale statua di Cerere, contemplando tutt'intorno i campi con le messi, doveva rappresentare veramente un'esperienza mistica che ci spiega come il ricordo del culto di Cerere sia sopravvisuto a se stesso per millenni.   

_____________________________________________________________________________________________________

Grotta sotterranea nel castelo detta "prigione di Euno".
Sono presenti  simboli di epoca preistorica del culto del dio sole.
Anche il sole era una divinità in rapporto al ciclo della vita.
Questo reperto attesta ulteriormente l'antichità dei culti ad Enna.
In una delle pareti è scavata una tomba a grotticella.

Reperti lungo il perimetro del Castello

Fondo tagliato di tomba a grotticella dell’età del bronzo, usata fin antichità civiltà castellucciana. Erano piccole tombe contenenti urna con ossa, chiuse con lastra o pietrame.

tomba a forno di forma rettangolare

Grande tomba a camera di età greca

Fonte con tomba castellucciana quindi fonte antichissima.

edicola con volta periodo greco

Parete di roccia lavorata e lisciata  con superfice uniforme e regolare.
Verosimilmente parete di fondo di un edificio che guardava verso est verso l’Etna, sempre per uso cultuale.

E' presente una croce iscritta in un cerchio di origini bizantine.
La croce santificava un luogo pagano. Anche nelle edicole del costone sono presenti varie croci.
I bizantini così cristianizzavano i monumenti pagani. A volte le croci sono presenti anche all’ingresso di tombe preistoriche.


Fondo di  tomba

Edicole lungo il percorso sacro.

Tabernacolo greco
sopra un'altra fonte

altre tombe

Torna ai contenuti