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12 – Duomo: Il Duomo di Enna è una pregevole opera d’arte, fatta innalzare dalla Regina Eleonora d’Angiò, moglie di Federico II d’Aragona, e dedicata alla vergine Maria, con una duplice finalità, quella della devozione della Regina verso la Vergine, e quella funzionale, per attrarre alla sua devozione i cittadini ennesi, i quali a distanza di secoli, erano ancora devoti al culto della dea delle messi, Cerere. Il luogo scelto per la sua edificazione fu quello dove si trova attualmente, essendo in un piano e fuori dalle mura del castello che di lì a poco verrà anche lui restaurato, ma c’è anche una seconda ipotesi ed è quella che, secondo un’antica tradizione ennese, la Regina Eleonora l’abbia fatta edificare su un’antica chiesa della città, chiamata S. Maria Maiuri, in avanzato stato di degrado, che sorgeva in quel luogo sacro sin dal V sec. d.C. sui resti del tempio pagano dedicato a Proserpina. Chiesa celebre che aveva dato ai Musulmani, che avevano occupato Castrogiovanni, negli anni che vanno dall’880 al 1100, l’estro per edificare la loro moschea “di frunti at la prima chiesa di li cristiani, chiamata di Santa Maria Maiuri” e precisamente nel luogo della chiesa di S. Michele Arcangelo, e di innalzare il minareto, più alto della Matrice cristiana, per dar modo al Muezzin di far sentire le lodi di Allah. Siamo nel 1302 e il 31 agosto di quell’anno a Caltabellotta Federico II d’Altavilla e Roberto d’Angiò firmano la fine della guerra dei Vespri.
Federico II d’Aragona venne riconosciuto Re di Trinacria e si impegnò a sposare Eleonora, sorella di Roberto d’Angiò. Eleonora e il consorte decidono di trasferire la loro dimora reale a Castrogiovanni ma nessun edificio era adatto a poter accogliere degnamente la nuova condizione di dimora reale e più conforme alle necessità della corte. Bisogna costruire una grande chiesa che sia il segno tangibile della presenza dei Sovrani in città e che assuma i caratteri delle grandi cattedrali siciliane, espressione del potere della monarchia, così viene deciso dalla sovrana la costruzione del Duomo, che avesse la duplice veste, quella di dimora reale e quella di carattere religioso- politico, non solo, perché rappresenta anche l’atto finale dell’interdetto Papale e dei rinnovati rapporti venutisi a stabilire tra il Regno di Sicilia e la Chiesa di Roma, dopo decenni di anatemi e scomuniche dei Papi contro l’Isola.
E così, immediatamente dopo la pace di Caltabellotta furono iniziati i lavori di costruzione della Chiesa e completati, nel 1307 ma per la loro complessità e per le difficoltà sorte, durarono oltre quattro secoli. Infatti poco dopo la sua prima fase di ultimazione dei lavori una parte della Chiesa crollò, sotto il suo peso e per la mancanza di staticità della struttura. Ricostruito, venne quasi distrutto da un incendio – non si è mai riusciti a capire se fosse di origine doloso – e il susseguirsi di varie calamità, il Duomo venne sempre sottoposto a lunghi interventi di ricostruzione tanto da attraversare, oltre ai secoli, anche i vari periodi artistici. È l’arte, infatti, il valore aggiunto di questo capolavoro che è il Duomo, diventato Patrimonio della nostra città e dell’Italia intera - tanto da essere diventato nel 1943 Monumento Nazionale per volere del Re Vittorio Emanuele III .
L’ingresso principale è sovrastato da un torrione del 1600 che dà asilo alla campana, detta dei “101 quintali”. L’interno del Duomo è a croce latina, a tre navate con archi a sesto acuto, sostenute da capitelli splendidamente ornati da mostri, grifoni, maschere e animali a due teste. Le basi sono di tipo attico, con foglie agli angoli e animali grotteschi. Il tetto della navata maggiore è in legno a cassettoni e rosoni con teste alate grottesche e splendidi fregi. Anche il soffitto della Cappella Maggiore è a cassettoni e a fregi. Il soffitto è stato intagliato dal Magister Lignaius Andrea Russo da Collesano. Nel 1446 un violento incendio lo distrusse quasi completamente: rimasero integre solo le absidi e una parte del fianco esterno. Papa Eugenio IV indisse un giubileo affinché si raccogliessero i fondi necessari per la ricostruzione della basilica. A ricordo del giubileo, nella fiancata esterna di destra si trova oggi la “Porta Santa”, murata. Oltre la Porta Santa, dopo il transetto, nella nicchia dell’altare si apre la cappella della Madonna della Visitazione, Patrona di Enna, del XVIII secolo, impreziosita da ricchi marmi policromi siciliani, dove è conservata la preziosa statua, acquistata a Venezia nel 1412. La patrona si festeggia il 2 luglio. Di grande rilevanza artistica sono i dipinti posti sopra i vari altari interni del Duomo ad opera del pittore fiammingo Guglielmo Borremans e del pittore nisseno Vincenzo Ruggieri.
Opere maestose, che si trovano nell’abside dell’altare maggiore, sono i dipinti di Filippo Paladino. Nella sacrestia si trova il famoso Casciarizzo con i pannelli intagliati rappresentanti scene di vita di Gesù e altre con scene tratte dall’antico e dal nuovo testamento. Di grande valore artistico il Pulpito marmoreo. Altri lavori artistici sono il Coro Ligneo, il palco marmoreo, le acquasantiere e il Battistero. ( vedi brochure) (guida illustrata al Duomo di Enna)
13 – Piazza Duomo: Piazza sulla quale si affaccia l’alta ed imponente torre che dà asilo alla campana, detta dei “101 quintali”. Torre campanaria che ha subito notevoli vicissitudini, infatti nel 1619 dopo 173 anni dall’incendio del 1446 che ne aveva compromesso la stabilità, la stessa si schiaccia su un fianco abbattendosi con le sue rovine verso l’esterno della chiesa, lasciando fortunatamente illeso il tetto recentemente rifatto.
Nel 1625 viene commissionata al maestro Oriano Coli l’opera di ricostruzione del campanile. I lavori durano sino al 1633 ma soltanto nel 1659 la guglia, dopo essere stata rivestita con la ceramica di Caltagirone, viene completata.
Nel 1676, a causa dell’eccessivo peso della guglia, aggravato per di più dal pesante rivestimento maiolicato, crolla di nuovo la torre campanaria. Ci vogliono ben quattro anni per affidare i lavori della nuova torre campanaria. Nel 1681 dopo l’affidamento del progetto all’architetto Clemente Bruno, cominciano i lavori. La ricostruzione si protrae, per le notevoli difficoltà dell’impresa, per lungo tempo. All’inizio del 1700, preso atto della difficoltà di realizzare il campanile secondo il progetto iniziale, a causa delle fondazioni che non sono sufficientemente robuste, i lavori di ricostruzione vengono interrotti, ma presto ripresi e, nel 1704, finalmente si portano a termine.
Dal 1729 al 1730 si interviene nuovamente sulla facciata del Duomo, progettando accanto alla Porta grande, l’apertura di altre due porte ed un’ampia scalinata di accesso per la cui realizzazione si rende necessaria la demolizione di alcune “case e botteghe”, realizzando così l’odierna Piazza Duomo.
Riprendendo la Via Roma e proseguendo verso il centro si supera, prima, Piazza Duomo e poi via Porta Palermo, dove c'era una delle Porte d’ingresso alla città, per giungere all’ampia Piazza Napoleone Colajanni
14 – Porta Palermo: Detta La Porta Reale, era la principale porta d’accesso alla città, posta sul lato Nord, fu demolita negli anni ‘ 30.
Foto d'epoca della via Porta Palermo,
sullo sfondo il Castello di Lombardia