Il Lunario siciliano
Articolo di Salvatore Presti, pubblicato sul Giornale di Sicilia (Cronaca di Enna) il 2 dicembre 2007 col titolo “Per 4 mesi Enna fu capitale letteraria”
Il LVNARIO SICILIANO
di Savarese e Lanza
“A Enna si è cominciato a stampare un giornale letterario che ha la pretesa di farsi leggere oltre i confini della Sicilia”: così la rivista “La fiera letteraria” del 6 gennaio 1928 annunciò la nascita del “Lunario Siciliano” il cui primo numero uscì il 1° dicembre 1927.
Impresso nella tipografia di Florindo Arengi, sita nei pressi di Santa Chiara, il periodico letterario ebbe la sua prima redazione ed amministrazione ad Enna, in via Roma 324 bis. Una copia costava 10 soldi, l’abbonamento annuo lire 20, sostenitore lire 100.
Queste le manchette della testata: a destra il Lunario del mese; a sinistra il Sommario e i collaboratori: Nino Savarese, che firmò il primo editoriale dal titolo Lunari Nuovi e Telesio Interlandi, Francesco Biondolillo, Giovanni Centorbi, Rodolfo De Mattei, Aurelio Navarria, autori degli altri articoli e delle varie rubriche. Francesco Lanza fu primo direttore responsabile della rivista. L’editoriale del 2° numero fu firmato congiuntamente da Lanza “scrittore ricco di figure e di assonanze con sapore di vera poesia” e dallo stesso Savarese “scrittore artigiano che vede una cosa bella, e s’industria e si aiuta a rifarla con pazienza”. Altre prestigiose penne, note nel mondo letterario italiano, si aggiunsero alla schiera dei collaboratori, detti “lunarianti”: da Cardarelli a Ungaretti, da Cecchi a Bacchelli, da Falchi a Bartolini e poi ancora Alfredo Mezio, Corrado Sofia, Silvio D’Amico, Stefano Landi, fino al giovane Vittorini.
Del “Lunario Siciliano” ad Enna uscirono 5 numeri, dal dicembre 1927 all’aprile 1928; poi 7 numeri, dal maggio 1928 al novembre 1929, a Roma presso la stamperia “Tevere” sotto la direzione di Telesio Interlandi, già collaboratore redazionale, noto in quel tempo per avere diretto il quotidiano “Il Tevere” di fede fascista. Firmarono gli articoli di questi numeri - prima che Interlandi dirigesse l’infame quotidiano “La difesa della razza” - gli stessi Lanza, Savarese ed anche Elio Vittorini, Vitaliano Brancati, Ercole Patti, Francesco Trombadori, insomma, per dirla in breve, il fior fiore della cultura siciliana. Venne trasferita nella capitale in un primo momento l’amministrazione, in un secondo tempo anche la redazione, in via della Mercede 9. Infine gli ultimi 3 fascicoli, a distanza di anni, videro la luce a Messina sotto la direzione dello storico dell’arte Stefano Bottari.
Motivi economici, s’ipotizzò allora, costrinsero i fondatori del periodico a percorrere l’esperienza romana per poi intraprendere il breve ritorno in Sicilia, a cui segue l’oblio dal giugno 1931, data d’uscita dell’ultimo numero. Altri ritennero che i motivi fossero attribuibili non soltanto alla mancanza di fondi, ma anche al “mancato assenso, da parte del Lanza e del Savarese, a quelle che erano le richieste del Regime e a un maggior controllo da parte di Interlandi”. L’avventura culturale di Francesco Lanza e Nino Savarese è stata riproposta nell’ultimo anno del secolo scorso, nel 1999, con la ristampa anastatica di tutti i numeri del periodico, dal suggestivo titolo Il Lunario Ritrovato, editrice Il Lunario, Enna, con i tipi di Novagraf, Assoro.
Vincenzo Consolo così inizia la presentazione di questo prestigioso ed ormai quasi introvabile volume:
Vi fu un’epoca […] in cui non esisteva ancora l’industria culturale, non esistevano i best-seller, tirature immediate in migliaia e migliaia di copie di un libro, messaggi pubblicitari e imposizioni medianiche; vi fu un tempo in cui le voci più nuove e autentiche della letteratura trovavano identificazione e registrazione nelle riviste letterarie […] riviste che hanno aperto nuovi e progressivi sentieri letterari: Lunario siciliano è tra queste.
Il 29 giugno 2007, il giornalista Salvatore Ferlita pubblica su “La Repubblica” un articolo dove ripercorre la breve vita del prestigioso giornale letterario. “Il Lunario siciliano - scrive - vede la luce ad Enna, l’ombelico della Sicilia, provincia estrema, una sorta di deserto dei Tartari, inatteso serbatoio però di intellettuali di spessore come Napoleone Colajanni e di scrittori veri alla stregua di Nino Savarese, Corrado Sofia, originario di Noto, Francesco Lanza di Valguarnera, cittadina a due passi da Enna”.
Renato Guttuso, Ritratto di Nino Savarese, 1938 , Biblioteca Comunale di Enna
Bibliografia essenziale:
- Il Lunario Ritrovato, ristampa anastatica de Il Lunario Siciliano, Enna, editrice Il Lunario, Enna, 1999
- La Fiera Letteraria, settimanale di lettere fondato a Milano nel 1925 da Umberto Fracchia
- Ferlita Salvatore: articolo pubblicato sul quotidiano La Repubblica il 29 giugno 2007.