Il Collegio di Maria
IL COLLEGIO DI MARIA,
fondazione ed insediamento delle "Vergini Convittrici della Sacra Famiglia" dette Suore Collegine
post inserito il 6 giugno 2013, editing F.Emma, foto P.Mingrino, foto storiche archivio Suore Collegine Cefalù.
Istituto delle Canossiane, Enna via Mercato n.5
LE CANOSSIANE AD ENNA, storia del loro arrivo a Castrogiovanni
LA MADRI CANOSSIANE DA 101 ANNI AD ENNA
Tutti gli Ennesi conoscono il Collegio di Maria e lo identificano con le Madri Canossiane, ma il Collegio di Maria ha una storia ancora più antica, anche se entrambe le comunità religiose che si sono succedute hanno vissuto la stessa vocazione: l'educazione della gioventù.
II Collegio di Maria sorse in Enna, nel cuore della Sicilia, per volere e generosità del nobile Croce Felice Petroso, Barone di Ramursura, che nel suo Testamento del 14 Ottobre 1758, per gli atti del notaio Francesco Maria Planes di Castrogiovani, pubblicato il 6 Marzo 1759, lasciava tutto il suo feudo di Ramursura - alla morte della moglie, l'illustre Donna Maria Petroso Varisano, erede universale - per l'erezione di un Collegio di Maria, come già ne esistevano altri nell'isola, da servire per l'educazione ed istruzione della gioventù della città. Egli così lo definiva : "un'opera di tanto rilievo per la gloria di Dio e il bene delle anime".
II Barone Croce Felice Petroso, dovendo scegliere le suore a cui affidare il Collegio, indicò chiaramente nel suo Testamento che fossero le 'Vergini Convittrici della Sacra Famiglia' (dette Collegine), seguaci delle regole del Cardinale Pietro Marcellino Corradini, regole un pò nuove per i tempi, poichè, (pur mantenendo la clausura) avevano un carattere laicale, (dedicandosi esse al bene della gioventù, e perciò della società), e le volle osservanti di dette regole per "LA PURITA' DELL'ISTITUTO"; infatti sta scritto nel Testamento: "dovendo le suddette Convittrici essere governate secondo le regole e Costituzioni disposte giusta l'intenzione e comandamento dell'Eminentissimo e Reverendissimo Signor Cardinale Pietro Marcellino Corradini ..., quali regole e Costituzioni debbano dalle dette Convittrici inviolabilmente osservarsi per la gloria di Dio, purità del'Istituto, e bene dell'Anime di questa città, che riceveranno il latte della S. Dottrina ed altri esercizi...
Nella seconda metà del XVIII secolo il Collegio di Maria è, si può dire, I'ultima perla incastonata nella mistica corona della città di Enna. E' come l'ultimo colpo di pennello che l'artista dà alla sua opera per darle luce particolare. II Collegio di Maria infatti è, in ordine di tempo, quello che chiude la serie delle meravigliose opere pie in Enna.
Sappiamo che nel 1859, vigilia delle leggi eversive, in Enna si contavano sette monasteri, sette conventi, un orfanotrofio e il Collegio di Maria; poi non vi sarà che distruzione, soppressione ed incuria di quanto di bello, ricco ed artistico era stato creato. Le leggi eversive del 7 Luglio 1866 faranno piazza pulita; per costatarlo non occorre molto: i magnifici complessi monastici, quelli rimasti in piedi, sono oggi usati, ma non conservati nel primitivo splendore; anzi tante volte trascurati.
Nascita del Collegio di Maria
Il testamento del Barone di Ramursura, pubblicato il 6 Marzo 1759 stabilì che l'amministrazione doveva essere tenuta dal Priore della Collegiata della Chiesa Madre, dai due Parroci di S. Cataldo e di S. Giovanni e dal Capitano di Giustizia di Castrogiovanni. A questo punto non mancava che trovare un caseggiato idoneo allo scopo voluto dal barone di Ramursura. Sappiamo per certo che già nel 1775 (Atti del 1° Febbraio 1775, del 27 Luglio 1775, ecc..) il Collegio di Maria è detto "fundandi" oppure "erigendo"accanto al Monastero di S. Maria della Grazia.
Il 1 ° Agosto del 1779 il Vescovo di Catania, Deodato, notando, durante la sua visita pastorale alla città di Enna, il diminuire delle monache del Monastero di Santa Maria della Grazia e dei loro averi, decise di fonderle con le Clarisse, ed unitamente trasferirle nell'ex Collegio dei Gesuiti, cacciati via da Castrogiovanni nel 1767 per motivi politici. Da allora il Collegio dei Gesuiti fu detto "Monastero di Santa Chiara", II trasferimento delle moniali di S. Maria della Grazia nel ex Collegio dei Gesuiti permise al Vescovo di assegnare "la casa ed abitazione del detto Monastero della Grazia" al Collegio di Maria. Questo perché le Collegine (Vergini Convittrici della S. Famiglia), come si legge nel documento del 9 Novembre 1780, avevano espresso la necessità di avere un "luogo adatto e capace per l'educazione ed insegnamento delle fanciulle"; un luogo che consentisse loro un Collegio.
Comunicazione epistolare della superiora del Collegio di Maria, Suor Maria Angela Palmeri, al regio subeconomo, parroco Elia Mingrino.
Castrogiovanni 10 Aprile 1866 . Rev.mo Signore,
di riscontro al suo pregiatissimo foglio del 5 corrente n. 12,
le manifesto la notizia della Casa Religiosa in questo Collegio,
in riguardo a quanto è stato ultimamente disposto:
• Che porta il titolo di Collegio di Maria fondato sulle regole del Cardinale Corradini;
• Che viene composto dalla seguente famiglia:
La Superiora si chiama Suor Maria Angela Palmeri,
Religiose professe 10
Novizie 1
Educande 8
Converse di dentro 5
Serve di fuori 4
Totale 28.
Il testamento fu scritto dal Barone Croce Felice Petroso nel 1758 e pubblicato nel 1759, mentre il Collegio di Maria, come risulta da due documenti del tempo scritti nel 1775 (nei quali è detto "fundandi" ed "erigendo"), fino a questa data 1775 non esiste ancora. La causa di questo ritardo di erezione è dovuta al fatto che la moglie del barone Petroso, donna Maria Varisano, essendo rimasta vedova ed erede di tutti i beni del marito, fece testamento di questi beni il 4 luglio 1768 presso il notaio Antonino Tremoglie; testamento che venne pubblicato l'8 Gennaio 1769. La sua attuazione dovette aspettare ancora qualche anno probabilmente per le moltissime difficoltà incontrate dai Fidecommissari a causa degli eredi del barone di Ramursura, i quali, come attestano gli atti notarili del 24 Dicembre 1771, del 24 Aprile 1772 e del 13 Marzo 1776, diedero non poco filo da torcere ai Fidecommissari che nel 1775 erano: il reverendo Priore don Lorenzo Sgarlata, il reverendo Parroco don Croce Felice Varisano, il reverendo Parroco don Filippo Giacomo Neglia, don Marco Antonio Varisano e il regio Capitano di Giustizia Roxas.
Le controversie con gli eredi di Croce Felice Petroso si prolungheranno per secoli, perché vanno dal 1759 al 1939, data in cui pare conclusa ogni vertenza con gli eredi. Tutti gli amministratori del Collegio ebbero grattacapi per tal motivo: prima quelli Ecclesiastici voluti dal Fondatore, poi quelli Laici voluti dalla Circolare regia del 1781, ed infine quelli voluti, dopo l'Unità d'Italia, dal Decreto Legge del 28 Marzo 1880. Per tal motivo le finanze del Collegio si assottigliarono sempre più, fino al punto da venire alienato o espropriato il feudo di Ramursura, lasciato dal Barone Croce Felice Petroso per il mantenimento delle Convittrici e del Collegio stesso.
IL COLLEGIO DI MARIA NELLA SECONDA META' DEL 1800
Nell'immediata vigilia dell'Unità d'Italia il Collegio di Maria di Enna, anche se non possedeva più il feudo di Ramursura, e quindi la sicurezza di una rendita, ebbe un numero considerevole di suore e di aspiranti allo stato religioso. Un atto del tempo (5 Marzo 1852) fu sottoscritto da nove suore. Nel 1865, cioè l'anno che precedette l'emanazione delle leggi eversive, il Collegio di Maria, sotto la direzione della badessa suor Maria Angela Palmeri, poteva contare ancora su ben nove educande, aspiranti alla vita religiosa.
Il suo tramonto cominciò dopo l'Unità d'Italia, quando il nuovo Governo iniziò l'emanazione delle circolari, preludio alle leggi eversive.
Ciò segnò il declino del Collegio di Maria di Castrogiovanni come Istituto di educazione per giovanette, così come era stato voluto dal fondatore, Croce Felice Petroso in quel lontano 1758. Ed è doloroso che questo declino venne causato da quell'avvenimento storico importante che fu l'Unità d'Italia, con l'emanazione delle tre famose e tanto detestate leggi del 3 Agosto 1862 - legge sulle Opere Pie -, del 7 Luglio 1866 - legge eversiva delle Corporazioni Religiose -, del 15 Agosto 1867 - soppressione degli Enti Morali Ecclesiastici -. Tutte queste leggi, con diverse motivazioni, miravano ad una sola cosa: impossessarsi dei beni della Chiesa. E così fu.
I Collegi di Maria della Sicilia riuscirono a sfuggire alle prime due leggi, ma non alla terza legge.
Essi non erano soggetti alla prima legislazione in quanto non avevano il carattere di opera pia, essendo rivolti all'educazione ed alla istruzione delle fanciulle di qualsiasi grado di agiatezza; non erano soggetti alla seconda per la loro natura manifestamente laicale. Incapparono, invece, nell'ultima legge che, erroneamente, non tenne conto della "natura laicale dei Collegi di Maria "dell'isola, inglobandoli tra gli Enti Morali Ecclesiastici. E così il Demanio s'impossessò di tutti i Collegi di Maria della Sicilia, e naturalmente anche del nostro di Castrogiovanni, assieme ai loro beni. Fu iniziato allora un ricorso generale, e ce ne volle prima che i beni venissero restituiti ai legittimi proprietari: i Collegi di Maria. Naturalmente quando ciò si realizzò, i beni erano più che dimezzati, poiché il Demanio nel frattempo li aveva alienati per la maggior parte.
Per il nostro Collegio, la questione si protrasse a lungo, e fu chiusa definitivamente nel 1896 con atto notarile presso il notaio Pietro Longi.
Il Demanio svendette le poche proprietà che ancora possedeva il Collegio fino al 1874, anno in cui lo Stato riconobbe l'errore di aver equiparato i Collegi di Maria agli Enti Morali Ecclesiastici e s'impegnò a restituire il mal torto; ma ormai il tramonto del Collegio era segnato. Anche se la vertenza tra il Collegio di Maria, che richiedeva la restituzione dei beni, e il Demanio e il Fondo Culto, si risolse a favore del Collegio, al quale si pagarono tutti i crediti accumulati negli anni passati (ciò risulta dal Verbale del 3 Dicembre 1896 che fa riferimento all'atto stilato dal notaio Pietro Longi del 29 Gennaio 1896 per la fine della vertenza tra gli enti anzidetti), tuttavia il Collegio non riuscì più a ripristinare l'antica funzione educativa voluta dal fondatore.
ATTIVITÀ DELL'AMMINISTRAZIONE CIVILE DEL COLLEGIO DI MARIA E SUA ESTINZIONE CON L'INIZIO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
I Collegi di Maria della Sicilia, come si è detto precedentemente, per erronea interpretazione della legge 15 Agosto 1867, erano passati sotto il Demanio, ma la loro natura laicale li svincolava da esso per riprendere la loro primitiva funzione. Furono necessarie, perciò, leggi speciali che verranno emanate in appresso; infatti la prima si ebbe sotto il regno di Vittorio Emanuele II con un Regio Decreto riguardante il riordinamento dei Collegi di Maria della Sicilia del 20 Giugno 1871.
Secondo gli studi del prof. Francesco Scaduto, emerito di diritto ecclesiastico nell'Università di Roma, "i collegi di Maria sono enti morali, corporatizi, femminili, originariamente laicali, di istruzione confessionista, femminile, elementare con speciale riguardo alle arti e mestieri, viventi con la regola del Cardinal Corradini in Sicilia". Il servo di Dio cardinale Pietro Marcellino Corradini ottenne l'approvazione pontificia per la Congregazione della Sacra Famiglia (le «convittrici») di Sezze nel 1717. Il fine che egli si propose fu l'educazione e l'istruzione della gioventù femminile. Dal Lazio i Collegi di Maria si diffusero soprattutto in Sicilia, dove pur attenendosi alla regola del fondatore ebbero statuti adattati dalle varie diocesi in cui sorsero. «I Collegi di Maria furono accolti con favore e gli stessi feudatari si adoperarono per fondarli nelle terre soggette alla loro autorità». Il Corradini nel definire le finalità precipue dei Collegi di Maria (la trasmissione dei primi elementi di istruzione, l'insegnamento del cucito e di altri lavori tipicamente femminili) non considerò l'opportunità di un preciso obbligo di voti per le componenti né specificò con chiarezza se fosse prevalente nei collegi il fine di istruzione oppure quello di mera beneficenza.
Nota (1866) delle Religiose professe, Educande,
e serve di questo Venerabile Collegio di Maria di Castrogiovanni:
- Suor Maria Angela Palmeri (Superiora, eletta con patente del 28 Sett. 1863)
• Suor Maria Beatrice Grimi
• Suor Maria Maddalena Bonasera
• Suor Maria Filomena Parisi
• Suor Maria Cristina Vanadia
• Suor Maria Mansueta Catanese
• Suor Maria Celestina Leto
• Suor Maria Fiorentina Messina
• Suor Maria Letizia Buccheri
• Suor Maria Biaggina Fragalà
NOVIZIE:
• Suor Maria Leonora Ringone
EDUCANDE:
• Donna Salvatrice Pecora
• Donna Carme/a Mangano
• Donna Angela Bonasera
• Donna Grazia Crimi
• Donna Carme/a Di Franco
• Donna Maricchia Blandini
• Donna Concetta Di Franco
• Donna Cristina Grimaldi
CONVERSE PROFESSE:
• Suor Giovanna Morici
• Suor Serafina Leto
• Suor Raffaela Scartata
• Suor Grazia Verona
• Suor Anna Barbarino»
L'antica campana della Torre campanaria del Collegio di Maria
Al Collegio di Maria di Castrogiovanni si provvide quasi subito dopo l'emanazione di questa prima legge, con un Decreto Legge particolare, emesso il 28 Marzo 1880 che poneva il Collegio alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione, come pubblico Istituto Educativo. A tale fine gli si diedero nuove norme, e i Fidecommissari sia quelli ecclesiastici voluti dal Fondatore, sia quelli laici voluti dalla Circolare regia del 1781 vennero sostituiti da una Commissione Amministrativa composta da un Presidente, da due Consiglieri, ai quali potevano essere aggiunti un Tesoriere ed un Segretario (questi due ultimi venivano retribuiti), con nomina del Ministero della Pubblica Istruzione, previo Decreto, e rimanevano in carica tre anni, ma potevano essere rieletti sempre dietro comunicazione al Ministero e sua approvazione.
Dal Verbale del 22 Dicembre 1886 si apprende che la prima Commissione Amministrativa del Collegio di Maria, dopo l'Unità d'Italia e dopo che i Collegi di Maria della Sicilia furono svincolati dal Demanio, era così composta: Presidente: Giovanni Roxas; Consiglieri: cav. Eduardo Grimaldi e avv. Paolo Longi. Detta Commissione, rimasta in carica fino al 1891, s'interessò di ridare al Collegio la primitiva sua funzione. Nel verbale del 1° Dicembre 1887 si dice che tale amministrazione stabilì di completare il fabbricato che trovasi attaccato alla Chiesa e al giardino e propriamente il pianterreno dello stabilimento per adibirlo a Scuole e di impiantare le classi 4a e 5a elementare femminile offrendo gratuitamente il locale, una Scuola di pianoforte e musica per le alunne del Collegio.
Ma le Note ricorrenti nei verbali della amministrazione metteno in evidenza la precarietà della situazione economica: lo stato deplorevole dello stabilimento del Collegio, che richiedeva spese superiori alle misere condizioni finanziarie di esso; gli sforzi per ridargli il volto, voluto dal Fondatore, d'istituto per l'educazione delle ragazze, bisogno tanto sentito dalla cittadinanza; tentativi di vendere quei pochi beni immobiliari, rustici ed urbani, rimasti al Collegio dopo la svendita fatta dal Demanio. Delle Suore Convittrici della Sacra Famiglia quasi mai si fa cenno, salvo qualche nota per giustificare alcune spese: quella del 3 Novembre 1910 in cui si registrano le spese per il funerale della Collegina, Suor Maria Celestina Leto, avvenuto il 7 Agosto dello stesso anno, per un totale di £. 72,30. Le Collegine si estinsero completamente durante il periodo bellico del 1915-18, quando il Collegio era divenuto caserma militare.
Nel verbale del 12 Febbraio 1921 si legge che le funzioni statutarie del Collegio di Maria cessarono del tutto con l'inizio della guerra 1915 e che il Collegio fu occupato dalle truppe per tutto il periodo di essa. Le pochissime Collegine che sopravvivevano ancora, restarono nel Collegio; ed è proprio nel periodo bellico che si estinsero, per tarda età, del tutto.
Testo tratto da:
Don Filippo Marotta, 'Scritti sulla parrocchia S.Tommaso Apostolo di Enna, 2000
GRAZIA TREMOLO, Le Canossiane, in «HENNA», rassegna del comune Ottobre 1986.
Foto storiche dall'archivio delle Suore Collegine del 'Collegio di Maria' di Cefalù , fondato il 1 ottobre del 1765, coevo a quello di Enna.
Attualmente in Sicilia 'Il Collegio di Maria' è presente oltre che a Cefalù, a Palermo, Agrigento, Caltanissetta.
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